Quelle magiche serate che solo una finale viottiana è in grado di offrire – Tutte le immagini

Il sorriso di Dominic Chamot, primo premio assoluto del73° Concorso Viotti (foto Greppi)

E’ stata una serata fantastica, di quelle che solo la finale viottiana di pianoforte è in grado di offrire: il professor Robbone ne sarebbe stato entusiasta. La vittoria del ventotenne pianista svizzero (ma nato a Colonia) Dominic Chamot ha poi messo d’accordo tutti, giuria (che gli ha assegnato anche alcuni “cento”) e pubblico: pressoché plebiscitario il gradimento verso di lui espresso attraverso le schede del voto.

Il “Rach3” è un brano che ormai abbiamo imparato ad ascoltare e quindi a conoscere e ad amare in quasi tutte le finali del Concorso. Ieri al Civico l’hanno suonato in due: Chamot, appunto, e poi, prima di lui, il ventiquattrenne belga Valère Burnon, mentre l’italiano Giuseppe Guarrera, 32 anni, di Enna aveva proposto il Concerto numero 1 di Listz, non molto eseguito dagli ultimi finalisti del Concorso.

Quando Chamot ha pigiato l’ultima nota sullo splendido pianoforte Bechstein della Collezione Fabbrini, il pubblico aveva già capito tutto e la giuria non ha impiegato troppo a decidere. Prima però che il sindaco Corsaro gli consegnasse il diploma del vincitore (con i 14 mila euro del primo premio), c’erano state le altre premiazioni. La prima l’aveva fatta Lucia Ruzzante, presidente del Soroptimist Club. Questo club di servizio, tutto al femminile, consegna ogni anno il riconoscimento alla miglior donna in classifica: solo che stavolta nessuna concorrente era riuscita ad andare oltre la prima fase eliminatoria: cosicché il premio è stato suddiviso fra tre pianiste sudcoreane e si incaricherà di farglielo avere Elisabetta Robbone, figlia del grande, indimenticabile creatore del “Viotti”.

Poi è stata la volta del premio del pubblico, ovviamente andato a Chamot. E qui c’è stata un’importante novità, annunciata dall’inappuntabile maestro cerimoniere Paolo Pomati: il riconoscimento di mille euro è stato consegnato al pianista svizzero dalla figlia Piera del professor Alessandro Malinverni, nel ricordo del padre. Su Chamot è doveroso spendere due ulteriori parole perché, come ha detto nell’intervista pre-premiazione a cura di Pomati, egli ha apprezzato la cucina della nostra città, ma anche i tesori d’arte che Vercelli custodisce, dichiarandosi ammirato dal Crocifisso Ottoniano del Duomo, di cui ha notato, dimostrandosi anche un fine intenditore d’arte e di storia, la corona imperiale che il grande Cristo in lamina d’argento ha sul capo, al posto di quella di spine dell’iconografia classica.

Nelle interviste a cura di Paolo Pomati, tutti e tre i finalisti hanno ringraziato le famiglie vercellesi che li hanno ospitati nei giorni del Concorso: Chamot è stato in casa di Anna Fumagalli e Luciano Villa e la famiglia Fumagalli porta evidentemente bene perché l’ultimo vincitore, il cinese Ziyu Liu, fu ospite di una sorella di Anna Fumagalli, Ebe. Il giovane belga Burnon è stato invece accolto dai coniugi Rita Giorcelli e Giuseppe Viazzo, mentre l’italiano Guarrera è stati ospitato nella famiglia del giovane ingegnere del suono Francesco Parolo, che ha curato le musiche dei video trasmessi ieri sera sul maxi schermo del Civico.

Ma torniamo alla consegna dei premi. Il terzo, spettante all’italiano Guarrera, e del valore di 4 mila euro, è stato consegnato al pianista siciliano dal consigliere Rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi, mentre il secondo premio, di 6 mila euro, è stato ritirato dal più giovane dei finalisti, Burnon, dalle mani del consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli Carlo Locatelli.

Poi il sindaco Corsaro, affiancato dal presidente della giuria, Pietro Borgonovo, ha consegnato i 14 mila euro del primo premio, intitolato alla memoria dell’avvocato Eusebio Ferraris a Chamot. E al ventottenne vincitore svizzero, che aveva già incamerato i mille del premio del pubblico, sono andati altri mille euro del Premio Sorelle Garino di Fontanetto Po: premio consegnato dal sindaco del paese, Riccardo Vallino.

Tra le meraviglie di ieri, il ruolo davvero impeccabile di una grande orchestra qual è quella Sinfonica di Milano, all’esordio nella finale viottiana, diretta con autorevolezza da Francesco Ommassini. E, all’interno dell’orchestra, la presenza del vercellese Nicolò Manachino, primo flauto. Nella pausa della serata, Manachino è saluto in palco a salutare i genitori Loretta e Domenico, anime della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori di Vercelli. Da notare la presenza nel affollatissima platea del Civico della signora Maria Arsieni Robbone, applauditissima all’annuncio della sua partecipazione fatto da Paolo Pomati. Tantissimi i musicisti presenti, tra i quali anche i due fondatori della Camerata Ducale, Cristina Canziani e Guido Rimonda.

Ed ora, è giusto ricordare la qualificatissima giuria internazionale presieduta da Borgonovo e composta dal giapponese Jun Kanno,  dal russo naturalizzato italiano Boris Petrusanskij; dal compositore e pianista siracusano Orazio Sciortino; dalla pianista dell’Azerbaigian Rena Shereshevskaya; dal pianista tedesco Florian Wiek e dalla pianista napoletana Giorgia Tomassi.  

Non vanno dimenticati pure i due pianisti che si sono sobbarcati  l’immane compito di visionare i video spediti da tutto il mondo, dagli aspiranti concorrenti, riducendoli a cinquanta: i concorrenti erano 204, e solo un gruppo ristretto era stato ammesso di diritto in quanto vincitore di altri Concorsi internazionali: la prima, consistente e impegnativa selezione era stata svolta dai maestri (pure presenti in sala) Ruggero Laganà e Massimiliano Genot.

Ora per il vincitore, soprattutto, e per gli altri due premiati si aprono grandi prospettive. Innanzitutto, proprio in questo momento tutti e tre stanno prendendo parte all’ormai consueto concerto (venti minuti a testa di esibizione) al Circolo ricreativo di via Galileo Ferraris. Poi Chamot, martedì, suonerà nella sala superiore del “Sociale” a Biella, in attesa di altre, prestigiose, scritture.

Nessuno dimenticherà facilmente la serata di ieri al Civico.

Edm

Nelle foto di Renato Greppi, altri momenti della grande serata di ieri al Civico

 

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