Quella ragnatela del dolore che avvolge Vercelli, Borgo d’Ale e Borgo Vercelli

I famliari di Michael Zanera al corte organizzato lunedì dai sindacati

La ragnatela del dolore, un dolore sordo, incessante continuo, avvolge cinque case di Vercelli, Borgo Vercelli e Borgo d’Ale. Le notizie a getto continuo dei telegiornali e dei giornali, i lanci d’agenzia e, soprattutto lo sconvolgente filmato, che ha fatto il giro dei social, della vittima più giovane della tragedia di Brandizzo, Kevin Laganà, rinfocolano questo dolore che non si era mai placato.

Giuseppe Aversa abitava a Borgo d’Ale

Ha visto quel filmato la mamma di Giuseppe Aversa, il quarantanovenne di Chivasso, che da trentadue anni vive appunto con la mamma, Lidia Orastella, con la sorella e ora con la compagna Nicolinka in un cascinale ristrutturato di via Santina Cimalando, a Borgo d’Ale. La signora Lidia ha detto questa mattina al sindaco Pier Mauro Andorno – che praticamente ogni giorno va a trovare e cercare di confortare la famiglia – di aver visto quelle immagini con angoscia, ma di averle volute vedere perché per alcuni istanti si scorge il suo Giuseppe.

Nessuno delle famiglie ha ancora parlato di funerali. “Anche se la sensazione – dice il sindaco – è che non vogliano saperne né di funerali comuni, né, tanto meno, di Stato”. Pier Mauro Andorno ha parlato, nelle scorse ore, con il sindaco di Borgo Vercelli, Mario Demagistri, che nei giorni scorsi aveva proposto una fiaccolata in onore di Michael Zanera, che si era trasferito nel paese per essere vicino al posto di lavoro (era saldatore per la Si.Gi.Fer., appunto di Borgo Vercelli), in via Tavallini 100, con il suo cane, Rocky. Dice il sindaco Andorno: “Demagistri mi ha proposto, una volta sentito il sindaco Corsaro, di organizzare una fiaccolata unica a Vercelli. Nel pieno rispetto della decisione delle famiglie di organizzare funerali separati (e già si parla delle possibili chiese che potrebbero accoglierli: il Duomo, l’Aravecchia, le Maddalene, la parrocchiale di Chivasso, ma anche di Borgo d’Ale) un momento di raccoglimento collettivo in memoria di queste persone sarebbe, a nostro avviso, giusto e dovuto”.

Michael Zanera commemorato in via Cena 50 a Vercelli

In queste ore, Zanera viene ricordato, come sta avvenendo per Kevin Laganà in corso  XXVI Aprile (leggi qui), da tanti amici, parenti ed ex vicini di casa, nell’abitazione in cui vive la mamma, Rosalba Faraci, in via Cena, 50, a Vercelli. Anche lì, come in corso XXVI Aprile è sorto un sacrario, con fiori, palloncini, messaggi e una grande foto di Michael. Sia la foto sia i palloncini (che potete vedere qui nell’immagine fornitaci da Erika Carnero) sono stati realizzati dai familiari di Kevin, in un significativo e altruistico senso di solidarietà, che davvero tocca il cuore.

Il Sindaco di Borgo Vercelli, Mario Demagistri si era subito informato della sorte del cagnolino da cui Michael non si separava mai, Rocky. “Avevo saputo – dice – che, abitando Michael in una casa con un cortile comune ad altre famiglie, c’era subito stato chi si era occupato di Rocky. Adesso il cagnolino – che tutti i borgovercellesi vedevano sempre assieme a Michael – non c’è più, segno che è stato recuperato dalla famiglia”.

A proposito di Zanera e della sua famiglia, Michael  era il meraviglioso trentaquattrenne ricordato dalla Diapsi di Vercelli per la sua grande sensibilità di volontario al servizio delle persone con problemi di salute mentale. Era stato lui, qualche ora prima dell’incidente a pubblicare su Instagram quel filmato che aveva scosso l’opinione pubblica: quello della croce che gli era comparsa durante la saldatura proprio sul binario della morte. Michael l’aveva spedito anche alla sua adorata mamma, domandando anche a lei, in collegamento diretto su smartphone, se in qualche modo Dio “Avesse dovuto dirgli qualcosa”.

La signora Rosalba trova persino la forza sovrumana, in questo momento (lei che ha perso il figlio e che solo tre anni fa aveva perso il marito, cinquantaseienne), di avere un pensiero anche per il tecnico di Rfi – per i suoi tormenti indicibili – che ha dato il via libera a quel maledetto cantiere sui binari troppo in anticipo.

L’ingresso del condominio di via Rodi dove abitava Saverio Lombardo

Sia lei sia le altre famiglie coinvolte vogliono giustizia e pensano che le responsabilità debbano essere attribuite soprattutto al sistema “perverso” che è stato alla base di questa immane tragedia. E’ il pensiero della famiglia della vittima più anziana, Giuseppe Saverio Lombardo, che aveva 52 anni e che abitava in via Rodi, al 50. Anche lì, all’ingresso del condominio, i palloncini, i lumini ed un grande lenzuolo bianco, con messaggi delle figlie Elena e Rosanna, del figlio Marco e della moglie, Barbara che ha scritto: “Amore mio, non ti dico addio, ma aspettami. La tua gioia. Barbara”.

Vercelli, Borgo d’Ale, Borgo Vercelli unite da un solo, immenso, incancellabile dolore, con il pensiero rivolto al lutto anche della stessa Brandizzo che con loro, in queste ore, piange la quinta vittima, Giuseppe Sorvillo, di 43 anni,

E mentre la ragnatela del dolore avvolge e imprigiona tutte queste comunità, in questo momento, il fratello di Kevin Laganà, Antonino è in procura ad Ivrea per raccontare alla pm che sta conducendo l’indagine quali fossero le modalità di lavoro, sui binari, alla Si.Gi.Fer di Borgo Vercelli di cui anche lui era dipendente.

 

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