I quattro personaggi vercellesi del 2021 secondo TgVercelli

Sono quattro, secondo noi, i personaggi – tra tanti che comunque hanno avuto grandi meriti in svariati campi – che hanno caratterizzato l’anno che se ne sta andando a Vercelli.

IL MEDICO CHE HA SPERIMENTATO E USA LE MONOCLONALI

Procedendo in ordine alfabetico incominciamo il dottor Silvio Borrè accomunandolo a centinaia di medici, di famiglia e ospedalieri,  infermieri, tecnici di laboratorio, personale amministrativo Asl,Oss che si stanno incessantemente prodigando per la salute di tutti i vercellesi.

Il dottor Silvio Borrè – cittadino onorario di Vercelli – si era trovato improvvisamente non solo in prima linea, ma proprio a ridosso della trincea di un Nemico di cui ancora quasi nessuno conosceva la minaccia esiziale. Eravamo nel marzo del 2020, nella sua Infettivologia i ricoveri si accumulavano e lui ha scongiurato, in tutti i modi, il passaggio in Rianimazione (o peggio) di uno stuolo di persone inventandosi letteralmente una cura perché allora ben poco si conosceva di questa malattia subdola, che stava causando migliaia di morti. 

L’autorevolezza e la considerazione del suo reparto sono poi state riconosciute ovunque al punto che, e veniamo nel 2021, gli sono state affidate due ricerche importanti, che hanno nobilitato il nostro ospedale: la sperimentazione (poi incomprensibilmente abbandonata dallo Stato) del vaccino italiano ReiThera e quella sull’utilizzo delle monoclonali, decisa dal Dirmei, il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive del Piemonte. 

Per quanto riguarda quest’ultima ricerca, attestato che le monoclonali servivano, eccome, a scongiurare l’ospedalizzazione di contagiati dal Covid, purché presi proprio nella fase iniziale dell’infezione, Borrè ha messo questa cura a disposizione dei medici e delle Usca, affinché i colpiti dal Virus, con patologie come diabete, ipertensione, ed in ogni caso immunodepressi, potessero venire subito inviati a lui che – dopo un’attenta analisi del paziente, condivisa con Aifa – li avrebbe sottoposti ad un’endovena, tramite flebo, della durata di circa un’ora.

Tutti i pazienti non gravi (talvolta purtroppo si è aspettato troppo tempo dalla diagnosi della malattia) hanno scongiurato, grazie a questa terapia, l’attacco ai polmoni da parte del Virus. Dunque, Borrè, con la sua straordinaria équipe del Sant’Andrea, ha onorato per un altro anno Vercelli. E continua ad onorarla, perché adesso, ad esempio, sta sperimentando l’inoculazione delle monoclonali tramite una semplice puntura intramuscolare che può farti, a casa, semplicemente il tuo medico.

LA STOCCATA VINCENTE ALLA CINESE ZHU

Poi, sempre in ordine alfabeto, ecco Federica Isola. Una  medaglia olimpica mancava nella prestigiosa bacheca della scherma vercellese fin dal 2000, quando Maurizio Randazzo aveva conquistato l’oro, sempre a squadre, a Sydney. E guarda caso, il suo capo delegazione a Tokyo era proprio Randazzo.

Ai Giochi del luglio scorso, conquistando il bronzo a squadre, Isola ha compiuto un’impresa fantastica, considerati i suoi 21 anni. C’è arrivata preparatissima essendosi potuta allenare, anche in pieno lockdown, in una struttura isolata della Pro Vercelli Tennis: solo lei e il suo preparatore atletico Cristian Lazzaro. Tecnicamente, per anni, e ancora poco prima di Tokyo, Chicca ha anche potuto contare sui consigli del suo straordinario coach Massimo Zenga Germano.

Alle Olimpiadi è stata la migliore delle italiane (tra le quali c’erano pure super campionesse come Rossella Fiamigo e Maria Navarria): è approdata ai quarti di finale – e quindi alla fine è poi risultata settima assoluta -, unica italiana, dove ha incontrato la futura campionessa olimpica, la cinese Sun Yiwen soccombendo per una sola stoccata 11-10, dopo essere stata anche in largo vantaggio.

Nella prova a squadre è stata talmente brava, soprattutto contro l’Estonia, poi campione olimpica, nella semifinale pur persa largamente dalle azzurre (42-34), da consigliare al ct Sandro Cuomo di affidare a lei l’ultimo assalto decisivo. Gli ultimi secondi di quello scontro, in cui la Isola ha difeso con i denti il vantaggio acquisito dall’Italia dalla forsennata rimonta della cinese Zhu, rimarranno per sempre indimenticabili. La cinese si era portata ad una sola stoccata dalla giovane azzurra, poi ha accusato, anche i crampi, per tentare di sconcentrare la sua giovane avversaria. Ma Chicca ha mantenuto il sangue freddo, piazzando la stoccata decisiva (23 a 21) ad un soffio dalla conclusione dell’assalto.

Dopo quel trionfo, celebrato anche a Vercelli con il Sant’Andrea illuminato di tricolore, Federica Isola ha proseguito nel suo meraviglioso 2021: si è piazzata terza sia nell’individuale (migliore delle azzurre) sia nella competizione a squadre della prova di Coppa del Mondo di Tallin,  ha vinto il campionato italiano Under 23 a Cagliari, e la Spada d’oro a Vercelli, portando al successo una giovane Italia, al 54° Trofeo Bertinetti. E scusate se è poco per una ventunenne.

OTTANT’ANNI DI ORGOGLIO NEL MONDO

Per il compositore e chitarrista di fama mondiale Angelo Gilardino, quello che volge al termine è stato quello dell’ottantesimo compleanno, celebrato ovunque, ma soprattutto nel suo paese di origine, Asigliano, che il 16 novembre, giorno del genetliaco, gli ha conferito la cittadinanza onoraria con una cerimonia, sobria, elegante e autorevole, cui ha preso parte anche il Presidente della Regione Alberto Cirio. Quel giorno Gilardino aveva intorno a sé gli amici più cari, tra i quali il famoso e quotato regista Marco Tullio Giordana. L’autore, tra l’altro, de “I cento passi” e di “La meglio gioventù” in quella circostanza ha proposto la prima parte di una lunga intervista, realizzata con la collaborazione del regista vercellese/biellese Manuele Cecconello, da cui probabilmente sarà ricavato un docufilm.

Altri momenti significativi per le celebrazioni della più importante figura in ambito culturale che oggi abbia il Vercellese, due giornate speciali che sono state dedicate a Gilardino, a Milano e a Roma. Nel capoluogo lombardo, il 3 ottobre, durante il Festival internazionale di chitarra ospitato al Conservatorio, il compositore vercellese è stato accomunato a due giganti della musica come il chitarrista Julian Bream e il re del tango Astor Piazzolla.

A Roma, invece, l’8 dicembre, durante una serata dedicata ai suoi ottant’anni, è stato eseguito per la prima volta il Concerto di Asigliano singolarmente senza chitarra  (è per contrabbasso e sette strumenti), che egli scrisse durante il lockdown: solista, Massimo Ceccarelli.

Sempre nel 2021 sono usciti due dischi molto importanti con le sue musiche. Per la  Brillant è stato pubblicato il “Concerto per Sepeithos” (l’antico fiume di Napoli, oggi poco più che un ruscello), una composizione che, quando uscì, si meritò su “Il Fatto Quotidiano” la recensione entusiastica del compianto e grandissimo Paolo Isotta.

E poi, sempre per gli 80 anni, la rivista “Seicorde” diretta da Filippo Michelangeli, con l’aiuto del chitarrista Giulio Tampalini, ha realizzato un doppio disco con musiche del compositore asiglianese suonate da alcuni dei più importanti chitarristi dei giorni nostri. Un altro straordinario omaggio a questo artista ammirato in tutto il mondo.

IL LUPO BIANCO TRIONFA A VENEZIA

Infine, in questa galleria dei “quattro moschettieri” del 2021, non poteva mancare Carlo Olmo, il Lupo Bianco, che già per i suoi altissimi meriti cittadini aveva ottenuto, l’anno prima, sia il riconoscimento Bicciolano d’oro sia il premio Vercellese dell’anno.

Nel 2021 che si sta per concludere, il Cavaliere Bianco del Coronavirus non è stato con le mani in mano. Innanzitutto con la sua Tavola del lupo Bianco ha continuato ad aiutare centinaia di famiglie e di giovani (non ultimo, uno in difficoltà che in questi giorni ha ospitato a sue spese al Modo Hotel). Poi, ha acquistato le famose Stanze degli abbracci donandole a Case di riposo (non a quella di Vercelli incredibilmente rifiutata dal Cda) e a ospedali; quindi ha continuato a soccorrere le popolazioni dei Paesi poveri del mondo (i bambini, in modo particolare), costruendo scuole, biblioteche e anche centrali elettriche: due Paesi africani, il Togo e la Sierra Leone, lo hanno ringraziato ufficialmente con alte onorificenze.

Ma tornando al nostro territorio, ha dato corso a quanto aveva promesso alla fine del 2020, donando Unità mobili per la protezione civile a paesi alluvionati nell’ottobre del 2020 di Borgo Vercelli, Motta de’ Conti e Prarolo. Quindi ha creato un premio Il Cavallino d’oro, che sarà consegnato ad un personaggio indicato dalla gente per attività di sostegno, di impulso alla nostra città e, contestualmente, in quella circostanza (il 4 marzo) consegnerà dodici borse di studio da 500 euro l’una a studenti meritevoli.

Infine, nel 2021, a giugno, è stato girato nella nostra città e dintorni un film su di lui intitolato “Lupo Bianco” con attori del calibro di Sebastiano Somma (il protagonista), Remo Girone, Morgana Forcella, Vincent Riotta. Film che, tra attori, tecnici, comparse, ha coinvolto centinaia persone: non era mai accaduto niente di simile nella nostra città, dopo “Riso amaro” (che però venne girato nei dintorni, non nel capoluogo) e di “Tiro al piccione”, di Giuliano Montaldo.

E, nell’ambito della Mostra del cinema di Venezia, “Lupp Bianco” ha ottenuto il premio della critica giornalistica, per il sociale, l’International Starlight Cinema Award, consentendo a Olmo di sfilare sul red carpet  con il regista Tony Gangitano e con il produttore della CinemaSet Antonio Chiaramonte.

Proiettato in anteprima, in due sale affollate del Movie Planet di Borgo Vercelli  all’inizio di novembre, il film ha avuto un notevole successo. Ora, pandemia permettendo, approderà prima nelle scuole (grazie al Miur) e poi in tutte le sale cinematografiche.

Enrico De Maria

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