Quarantena e screening sanitario per chi torna da Grecia, Malta e Croazia

Quarantena e screening sanitario, tamponi o sierologici, insomma una barriera per approfondire eventuali contagi per chi rientra da Spagna, Grecia, Malta e Croazia (e divieto di ingresso dalla Colombia). Sono le decisioni assunte ieri al termine del confronto tra il Governo – con i ministri Speranza (Salute) e Boccia (Affari regionali) – e le Regioni, queste ultime molto preoccupate dalla graduale ripresa dell’epidemia imputata ai contagi da rientro dei vacanzieri dall’estero.

La decisione è contenuta in un’ordinanza ad hoc – sollecitata dai governatori e predisposta con il loro contributo e firmata dal ministro Speranza in serata -, che in ogni caso il Piemonte sarebbe stato pronto ad anticipare con una propria ordinanza in caso non fosse stata presa. “Se da Roma non arriva il provvedimento non aspetteremo” – diceva ieri il Presidente del Piemonte Alberto Cirio, preoccupato dalla curva dei contagi su scala nazionale e locale: ieri il Piemonte ha registrato 42 nuovi casi rispetto ai 21 di martedì, 17 di importazione. Va anche detto però che si tratta di contagi per lo più asintomatici e che in realtà la pressione sul sistema sanitario è di fatto trascurabile: sono 3 i ricoverati in terapia intensiva in tutta la regione, e “solo” 76 non in terapia intensiva (calato di 9 rispetto al giorno prima). Ciò però non ha frenato i timori di chi governa. “Avremmo proceduto comunque, anche da soli – rimarca Cirio -. In Piemonte abbiamo un buon tracciamento dei contagi, che finora ha mostrato di funzionare, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Attualmente nei Paesi interessati dalla nuova ordinanza ci sono 300 mila italiani in vacanza, 20 mila dei quali piemontesi”.

Poche ma chiare le misure previste dal provvedimento, preceduto dalle prime proteste degli agenti di viaggio («Per noi significherebbe gettare al vento il poco lavoro concretizzato in questi mesi»). Destinatari sono quanti intendono entrare in Italia e che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Croazia, Grecia, Malta o Spagna. Essi devono provvedere alla presentazione dell’attestazione di essersi sottoposti, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso in Italia, a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo; obbligo di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ovvero entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria di riferimento. Coloro che intendono entrare in Italia, anche se asintomatici, devono comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio. In caso di insorgenza di sintomi Covid 19 resta fermo l’obbligo per chiunque di segnalare con tempestività all’autorità sanitaria tramite i numeri di telefono dedicati e di sottoporsi ad isolamento.

Questo, in sintesi. Disposizioni in linea con l’allarme lanciato dagli esperti, preoccupati dal combinato dei contagi provocati dagli italiani e dagli stranieri di ritorno dalle ferie, così come dai migranti positivi. «Assistiamo a una nuova dinamica dei flussi che durerà fino a settembre», spiegava pochi giorni fa sul nostro giornale il professor Giovanni Di Perri, responsabile Malattie infettive Amedeo di Savoia, senza lesinare dubbi sull’efficacia delle misure di carattere fiduciario. E qualche critica a chi si è recato all’estero: «Diciamo che in questa fase uno sforzo per evitarlo si poteva anche fare».

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