Proteste nel carcere di Vercelli contro le nuove procedure per i colloqui

Carceri in rivolta, dopo le modifiche introdotte dal governo rispetto alle modalità di colloquio detenuti e familiari a causa dell’infezione da coronavirus. Tensione e proteste anche a Vercelli dove i detenuti hanno dato vita le battiture delle inferriate.

A dare la notizia è L’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci, che aggiunge :
“il nostro auspicio che i detenuti comprendessero quanto le misure assunte
fossero con L’ intento di tutelare la salute degli stessi reclusi oltre che dei loro familiari e del personale non sembra essere stato esaudito; ciò nonostante in questo particolare momento – indica ancora il leader dell’OSAPP – si devono individuare nelle proteste in atto gravi carenze nell’organizzazione e nella “catena di comando” tra l’Amministrazione Centrale e gli enti periferici della stessa amministrazione laddove si appalesa un’assenza di coordinamento tra il centro e la periferia e nelle direttive che gli enti territoriali dovrebbero ricevere dall’amministrazione centrale rispetto al fatto ad esempio che i reclusi non dovrebbero subire danni o ritardi nel ricevimento dei pacchi – corrispondenza o delle somme di denaro che di regola ricevono dai loro familiari. Come peraltro specificato dall’OSAPP – prosegue Beneduci – l’impreparazione del sistema e i disagi ingiustificati del personale in particolare di polizia penitenziaria che si trova a dover correre ai ripari rispetto all’emergenza in atto trovano motivazione nell’attuale lassismo dell’amministrazione penitenziaria centrale e nel disinteresse del Ministro Bonafede che non hanno ritenuto da mesi di prestare attenzione ai molteplici
segnali di allarme provenienti dagli istituti penitenziari sul territorio nazionale
e che trovano oggi alibi di manifestarsi a seguito delle misure assunte dal governo a significare, che ad avviso dell’OSAPP, nell’attuale legislatura ovvero mediante la prossima dovranno necessariamente invertirsi politiche penitenziarie eccessivamente improntate a favorire la popolazione detenuta indipendentemente dalla natura e dalla gravità dei reati commessi”.

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