Riceviamo e pubblichiamo:
No, Trino non è nell’elenco delle aree potenzialmente idonee per ospitare il Deposito Nazionale e no, non è possibile (tantomeno auspicabile) riaprire una discussione su altre possibili opzioni diverse da quelle previste dalla normativa vigente.
La si smetta di alimentare dubbi e fare confusione, il Sindaco Pane rischia di dare adito a discussioni fuorvianti e basate sul nulla (tra le tante “Io non conosco le valutazioni tecniche all’origine dell’esclusione. Dico solo una cosa: se in passato si pensò a questo sito per l’installazione della centrale, magari potrebbe andare bene anche per il deposito” -Corriere della Sera, 7/01/2021), come quelle rilanciate dal leader della Lega Salvini che invita il Governo a individuare Trino come sito per il Deposito Nazionale.
La CNAPI (Carta delle Aree Potenzialmente Idonee) è stata redatta in modo scientifico, basandosi sui criteri tecnici definiti da ISPRA e le linee guida definite dall’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, ed è stata validata da tutti gli enti di controllo. Le zone escluse dalla Carta sono evidentemente non idonee ad ospitare Il Deposito Nazionale. Dobbiamo tutti concentrarci sull’obiettivo principale, ovvero che il processo di individuazione del sito segua un percorso trasparente, partecipato e guidato da senso di responsabilità nei confronti di una scelta di importanza strategica per l’Italia.
Di tutto abbiamo bisogno fuorché di una discussione sui se e sui ma, che rischia solo di fare confusione su un tema di estrema delicatezza e che deve essere invece essere affrontato in modo rigoroso. Se sono comprensibili lo spaesamento e anche l’inquietudine di quei territori che non hanno mai dovuto affrontare la vicenda nucleare e oggi si trovano al centro di un iter complesso, non si può far finta di nulla di fronte alle interviste rilasciate da Pane che abbiamo letto sui giornali questa mattina che rilanciano ipotesi semplicemente irrealizzabili (“Se nella revisione di quest’anno di consultazione pubblica dovesse emergere la possibilità di considerare Trino saremmo disponibili” -Repubblica, 7/01/2021).
Ora basta, davvero. Il vero interesse di Trino, di Saluggia e dell’intera Provincia di Vercelli è che prosegua l’iter per la realizzazione del Deposito Nazionale e che, contestualmente, proceda il decommissioning della centrale “E. Fermi” e la messa in sicurezza del materiale stoccato presso il sito di Saluggia.
Michele Gaietta – Segretario Provinciale PD Vercelli Valsesia
Alessandro Demichelis – Segretario Circolo PD di Trino






Niente di nuovo sotto il sole. Il Pd è l’unico che può decidere di cosa possiamo discutere. Al centro del discorso c’è il concetto che … non si sa (non si è potuto leggere alcun documento che spieghi) quali siano i criteri adottati per decidere che Trino, dove fu eretta e messa in funzione per molti anni una centrale nucleare, non può invece vedersi installare una struttura ragionevolmente molto meno pericolosa essendo anche stata studiata da persone che godono (lo dice l’estensore dell’articolo) del titolo di portatori di “scienza” (genuflessi di fronte al totem dell’infallibile Ue). Io vedo che i siti piemontesi “possibili” sono tutti in provincia di Torino e Alessandria. Chi governa in quei territori?? Che sia questa la chiave di lettura per scovare la scientificità tanto apprezzata dal Pd??