Il PD decide di attendere il giudizio del Tar: domani nessuno andrà in Consiglio

Il Partito Democratico ha deciso di aderire a quello che abbiamo chiamato il “lodo Campomimosi” ossia la decisione di attendere la sentenza del Tar, che dovrebbe arrivare entro una decina di giorni, sulle questioni del Comune (apertura del Consiglio a 11 presenti e il nodo surroghe), prima di avviare un nuovo consiglio. Tanto più se questo consiglio, quello di domani in pratica, deve affrontare appunto le surroghe ma soprattutto il Bilancio.
Come detto il Tar oggi ha annunciato che entro una decina di giorni andrà direttamente a sentenza, senza emettere alcuna sospensiva, mettendo finalmente, si spera, la parola fine alle questioni che hanno tenuto banco in questi ultimi mesi.
E così il Pd, con un comunicato diramato nel pomeriggio, ha deciso di attendere che il tribunale si pronunci, in modo da ripartire mettendo poi in pratica i pronunciamenti del Tribunale. Così la seduta di domani, a meno di nuovi colpi di scena, dovrebbe andare del tutto deserta, anche se l’opposizione non si è ancora pronunciata.

“Durante l’udienza di oggi il TAR, in merito ai ricorsi riguardanti le surroghe e il numero legale di seconda convocazione del Consiglio Comunale di Vercelli, ha deciso di emettere sentenza entro settimana prossima. In questa prospettiva, il Partito Democratico ritiene utile attendere tale pronunciamento prima di riprendere l’attività del Consiglio Comunale, pur nella consapevolezza che tale attesa comporti inevitabilmente problematiche per la programmazione dell’attività amministrativa della Città e confidando che questa posizione incontri il favore delle altre forze politiche presenti in Consiglio Comunale” scrivono Michele Gaietta e Costantino Zappino.

Lo stesso Pd poi conferma le dimissioni di Teresa Marcon dal Consiglio, per ragioni personali: “Si coglie anche l’occasione per comunicare – scrivono Gaietta e Zappino -, con estremo rammarico, che Teresa Marcon ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Consigliere Comunale. Questa decisione, presa in assoluta autonomia e senza alcuna condivisione con gli organismi dirigenti del partito, rappresenta una scelta personale e non deve in alcun modo essere letta come una posizione “politica” del Partito Democratico”.

 

l.a.

 

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