Tornano le conferenze del MAC, il Museo Archeologico della Città di Vercelli “Luigi Bruzza”. Come prevedibile, a causa dell’emergenza sanitaria, saranno ancora online, in attesa di poterle riprendere in presenza.
Il primo appuntamento è per venerdì 16 aprile alle 17.30: l’archeologa Paola Di Maio sarà protagonista di Ab urbe condita. Vercelli prima della Romanizzazione, incontro in cui si parlerà delle caratteristiche e delle modalità di insediamento delle popolazioni che hanno abitato il territorio vercellese e più in generale la pianura padana occidentale in epoca preistorica e protostorica, sulla base dei ritrovamenti e delle fonti archeologiche.
Paola Di Maio è laureata in Etruscologia e Archeologia italica all’Università degli Studi di Milano e specializzata in Archeologia classica presso la stessa Università. Ha poi ottenuto il dottorato di ricerca all’Università degli Studi di Ferrara con una tesi sul Mesolitico in Alpe Veglia. Per anni ha lavorato sul territorio piemontese e valdostano in scavi pre-protostorici e in scavi urbani pluristratigrafici.
Ha pubblicato numerosi articoli e contributi nell’editoria specializzata. Già docente a contratto per quattro anni presso l’Università del Piemonte Orientale dove ha insegnato Preistoria e Protostoria, è ora responsabile scientifica della ditta Cesma, che collabora con la Soprintendenza.
La partecipazione alla conferenza è gratuita. Per partecipare sarà quindi sufficiente installare l’app GoToMeeting sul proprio dispositivo e richiedere l’accesso scrivendo alla mail [email protected], dalla quale il giorno stesso della conferenza sarà inviato il link di collegamento.






La Vercelli prima della romanizzazione é un argomento davvero interessante e poco conosciuto. Almeno, dai profani. Chissà se esistono tracce “fisiche”.. magari da ricevere e stampare con il 3D.. in resina!? .. bisognerà farlo presto perché col 6G potrebbe un giorno arrivarci via web, sulla scrivania, non piú una “cosa” di cartone ma un reperto archeologico REALE. accompagnato da un vitalissimo e pericolosissimo focolaio di Covid-19.