Palenzona a Vercelli: “Le Fondazioni sono un patrimonio prezioso, da difendere, della nostra nazione”

Una sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli gremita ha accolto, ieri alle 18, il primo appuntamento di “Meet Up On Friday – I venerdì della Fondazione”, serie di eventi di approfondimento realizzati dalla Cooperativa editoriale vercellese Co.Edi., che edita il nostro giornale tgvercelli.it, e da La Sesia su impulso proprio della Fondazione Crv. Protagonista della serata è stato Fabrizio Palenzona, il noto manager alessandrino per anni al vertice di Unicredit e oggi presidente di Aiscat, la società che raggruppa le concessionarie delle autostrade, e al vertice di Assoeroporti, intervistato sul tema “Banche, Fondazioni e Territorio” dal preparatissimo giornalista de Il Sole 24 Ore Marco Ferrando, specializzato proprio nel settore bancario.

Da sinistra il Presidente della Fondazione Fcrv Nando Lombardi, Fabrizio Palenzona e il giornalista Marco Ferrando

A fare gli onori della serata il Presidente di Fcrv Nando Lombardi che, in apertura, dopo i saluti di rito alle autorità, ha sottolineato l’importanza per Vercelli di questa nuova rassegna di appuntamenti “nata dalla volontà di creare informazione, approfondimenti, contatti e collegamenti utili per il territorio. Questo, grazie alla presenza di esperti di rilievo nazionale nei settori riguardanti finanza e imprenditoria, agricoltura, sport, cultura”. Una rassegna che si protrarrà per più di un anno, con eventi sempre di venerdì ogni due/tre mesi, e che potrà dare l’opportunità a Vercelli e ai vercellesi di confrontarsi con i grandi temi nazionali e internazionali.

 

L’intervento a Vercelli di Palenzona è “caduto” proprio nella giornata nera della borsa, soprattutto per il settore bancario, legata all’accordo di Governo sul Def con la previsione di un innalzamento del debito nazionale dal 2,4%. L’intervista è partita dalla stretta cronaca legata all’influenza delle banche sul sistema nazionale, banche negli ultimi anni divenute, anche, per l’opinione pubblica “le grandi colpevoli” dei guai del sistema economico.

Palenzona si è dimostrato al solito istrionico e diretto, puntando il dito non tanto sulle banche in sé ma sul sistema di regole, nate dopo il terremoto venuto dall’America di Lehman e Brothers del 2011, e su di una deriva finanzocentrica, con troppo potere ai mercati e troppo poco alla finanza più indirizzata al sociale e alla comunità (teoria cara anche al mentore di Palenzona, Giuseppe Guzzetti). Un quadro che ha schiacciato la banche di prossimità a favore dei grandi gruppi bancari, impersonali, distanti e rigidissimi nelle regole di concessione di credito medio e piccolo. “In Italia l’85% di famiglie e imprese dipendono dal credito bancario, se si distruggono le banche e il credito – ha ricordato Palenzona, pungolato dalle domande di Ferrando – si uccidono prima le imprese e poi le famiglie stesse”.

“Le banche – ha aggiunto ancora il manager durante la sua analisi – si sono trasformate da essere al servizio delle imprese e quindi dello sviluppo, alla vendita di soldi per fare soldi. Una finanza in cui le regole prevalgono sulla realtà, in cui la fiducia nelle banche è caduta. Oggi in molti temono a lasciare i propri risparmi in un istituto di credito. Un fatto che è gravissimo. Parte dalla colpa è anche della politica che ha distrutto il tessuto di banche locali, di territorio, con le aggregazioni”.

Palenzona ha poi sottolineato più volte come oggi siano proprio le Fondazioni un patrimonio preziosissimo della nostra nazione e dei territori. “Strumenti importantissimi al servizio delle comunità, del territorio – ha detto Palenzona – che devono esser sostenute e protette. La campagna di ostracismo alle Fondazioni, che ciclicamente pare voler riprendere piede, è un qualche cosa di assurdo, enormemente sbagliato. Perché le Fondazioni oggi sono motori fondamentali di sviluppo e per il welfare”. L’auspicio del manager in chiusura è stato dunque in ulteriore sviluppo del ruolo delle fondazioni, accoppiato alla rinascita delle banche di prossimità, delle realtà di credito locali e di territorio “un patrimonio di credito che da sempre sostiene le piccole e medie aziende che, ricordiamolo sempre, sono il 52% del tessuto produttivo italiano”.

 

Luca Avenati

 

 

 

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