Salutiamo il nuovo anno, scherzosamente, provando a fare un piccolo bilancio, a nostro giudizio, dell’attività di alcune delle amministrazioni del nostro territorio nel 2017. Una sorta di pagellone, come quelli del calcio, con tanto di giudizi, su qualcuno dei sindaci. Una serie di profili che, crediamo, anche i protagonisti vorranno apprezzare in una sorta di elenco dei voti con promossi, bocciati e rimandati, proprio come accadeva a scuola.
Maura Forte (Vercelli)
Per il Sindaco di Vercelli è stato un anno più che travagliato. Ha cambiato assessori come in una girandola impazzita. Ha cambiato alleati, riuscendo a ingarbugliare costantemente le mosse e facendo infuriare ciò che resta o restava della sua sbrindellata maggioranza. Ed è stata impallinata con costanza dall’opposizione. Insomma, il Sindaco ha dato l’idea di essere come un improvvido esploratore caduto in una pozza di sabbie mobili fino alle spalle, che ogni volta agguanta la corda sbagliata per tirarsi fuori e immancabilmente scivola più giù. Un accumularsi di tensioni che ha portato agli ultimi consigli di Natale in cui il destino del Primo Cittadino pareva definitivamente segnato. Ma, alla fine, con una stretta della maggioranza sul bilancio, la Forte si è comunque salvata. A parte la miracolosa capacità di sopravvivenza (politica) per lei un anno orribilis… e dunque: male se non malissimo.
Alessandro Portinaro (Trino)
Lavora in silenzio, non esponendosi molto ma badando al concreto, pur senza picchi. Fa il suo in un territorio non semplice, diviso tra i problemi dei siti nucleari e le difficoltà di uscire dalla crisi anche occupazionale, come ogni amministrazione italiana d’altronde. In più, ci si mette anche il meteo ad allagargli periodicamente il territorio comunale. C’è chi dice che ci potrebbe essere un futuro… Rosso in agguato. Lui non si scompone e attende di riprovarci, tra pochi mesi… Resistente.
Angelo Cappuccio (Santhià)
Va detto che Santhià ha fatto grandi passi avanti e il suo lavoro si vede. Nel centrosinistra vercellese, forse, è uno degli amministratori migliori. C’è chi parla di Santhià come un gioiellino pur se disperso nella nebbia. Lui si sta impegnando. In crescita.
Claudio Tambornino (Caresana)
Dal comune di mille anime noto per la corsa dei buoi, Claudio Tambornino tira fuori dal cilindro il marchio doc “De.Co.” per valorizzare i prodotti locali. Lo fa giusto a fine anno. Un piccolo botto pirotecnico per avere attenzione e forse una scossa. Idea non brutta, ma quanti saranno i prodotti da valorizzare? Vedremo se funzionerà. Creativo.
Paolo Tiramani (Borgosesia)
Il giovane ex consigliere regionale e attuale segretario leghista Tiramani si è impegnato a ricoprire il pesantissimo ruolo che fu di Gianluca Buonanno, senza ovviamente essere Buonanno. Una strada impervia, in salita. Sindaco ipersocial (si è anche vestito da Babbo Natale per portare doni ai bambini delle scuole), meno vulcanico e più pacato del suo mentore, supportato da una maggioranza che lo segue compatta, ruspa i dossi, abbellisce il centro, fa arrivare attività commerciali e punisce gli studenti sospesi con i lavori socialmente utili. Un inizio d’Amministrazione con tanti spunti che pare funzionare, anche in asse con il sindaco di Varallo Eraldo Botta. Che stia nascendo una Borgosesia un po’ meno Buonanno e un po’ più Tiramani? Energico.
Daniele Baglione (Gattinara)
Luci e ombre sul sindaco del vino più famoso del vercellese. Da un lato crea format estemporanei sulla sanità e sui trasporti, amplia discussioni e accende polemiche, per dire la sua e avere anche visibilità, sport praticato da tanti politici. Dall’altra compie azioni che un poco sconcertano, come l’asse con Cavalese (comune sperduto del Trentino!) per salvare i punti nascita. Che voglia candidarsi lì? Gattinara rimane unica nella sua bellezza, lui per quest’anno invece è… Criptico.
Michela Rosetta (San Germano)
Il Sindaco Rosetta si issa alle cronache nazionali per la sua ordinanza che multa chiunque ospiti degli extracomunitari. Sopporta ricorsi e battaglie, pressioni da Roma e dai Ministri, non retrocede neanche sotto gli attacchi e le azioni legali dei Radicali. Alla fine vince lei. L’ordinanza la si può condividere o meno, nei fatti e nel principio. Però per lei è stato un mezzo anno passato sugli scudi. Capatosta.
Gian Mario Morello (Balocco)
C’è chi definisce Balocco, il suo minuscolo ma attivissimo Comune, come “il Paese del Bengodi”. Non appena insediato, Morello, ha esordito con solidi e proficui rapporti con Fca (ex Fiat), anche per la presenza in paese della famosa pista di collaudo. Ha deciso d’intitolare la strada che dal centro del paese porta, appunto, alla pista, alla memoria di Umberto Agnelli ed è riuscito nell’impresa di radunare tutto il gotha della casa automobilistica: da Marchionne a John Elkann, da Andrea Agnelli alla madre, Allegra. Ha abbattuto le tasse comunali e, anche quest’anno, a Balocco le spese scolastiche a tutti gli studenti sono state pagate. Ora ci prova anche come consigliere provinciale delegato all’Istruzione ed edilizia scolastica. Efficace.
Andrea Chemello (Tronzano)
Ha il pallino della campagna ambientale, così nella Bassa cerca di coinvolgere il maggior numero possibile di altri Comuni nella (pur meritevole) causa. Dimostra uno spirito green invidiabile, all’atto pratico però i risultati stentano un po’ a venire. Sognatore.
Pier Mauro Andorno (Borgo d’Ale).
Anche lui è un sindaco-social che usa Facebook per ogni evenienza, anche per i problemi dei cittadini. Ad esempio, ha utilizzato la rete le condivisioni per allertare della pericolosa presenza di truffatori che andavano a bussare alla porta soprattutto degli anziani, con la scusa di controllate la qualità dell’acqua. Insomma si arrangia per superare i problemi sfruttando le tecnologie d’oggi. Visionario.
Roberto Sella (Lozzolo).
L’unione fa la forza. Nel senso che crede ciecamente dell’unione tra i piccoli Comuni alleati per non abdicare ai loro singoli ruoli di baluardi del territorio. Riuscirà nel suo intento? Don Chisciotte.
avelu





