Vercelli – Era sul luogo dell’omicidio di Antonello Bessi: così Giovanni Perini, 70 anni, amico della vittima, è stato fermato per il delitto del meccanico ciclista ucciso nel suo garage di casa in via Manzone al rione Canadà, il 4 settembre scorso.
L’arresto da parte della polizia è avvenuto anche in base a una confesisone che Perini, dopo alcune ammissioni, ha però ritrattato. L’inchiesta di Procura, coordinata dal Pm Francesco Alvino, e Squadra mobile ha portato dunque all’attesa svolta.
Nelle ammissioni spontanee Perini aveva detto di essersi recato lui da Bessi e che poi l’aveva colpito con tredici coltellate, una descrizione comunque scarna in cui non ha chiarito il movente. A incastrarlo ci sono anche alcune telecamere che lo riprendono mentre si allontana in bici dal luogo dalla casa di Bessi in un orario compatibile con l’omicidio.
Nell’abitazione di Perini gli investigatori hanno sequestrato alcuni indumenti: potrebbero essere i vestiti che indossava quel giorno. Gli agenti hanno anche trovato 5mila euro in contanti. Perini era uno dei pochi amici stretti della vittima: abita a Vercelli da diversi anni. L’accusato del delitto sarebbe anche tornato sulla scena del crimine, è stato visto accanto al papà di Bessi, gli ha fatto le condoglianze ed è stato anche al funerale. L’arma del delitto non è ancora stata trovata.
Sarebbe indagato anche il figlio dell’uomo, che vive in provincia di Milano. Secondo gli inquirenti avrebbe però avuto con un ruolo marginale: il padre gli avrebbe confessato il delitto e lui l’avrebbe “coperto”. Il delitto risale allo scorso 4 settembre. Il ritrovamento è avvenuto intorno a mezzogiorno. Il corpo era riverso in una pozza di sangue, nel garage del negozio di Bessi nel rione Canadà, in via Walter Manzone 50, a Vercelli. Bessi è stato ucciso con tredici coltellate, con una lama molto piccola: a essergli fatale è stato un fendente al cuore.
(F.ru)
