Olmo: “Ho pronti 50 mila euro per gli ex lavoratori Cerutti: come posso fare per distribuirli?”

“Ho pronti 50 mila euro per un fondo di solidarietà a favore dei lavoratori della Cerutti che hanno perso il posto, ma non so come fare a distribuirli. Ho chiesto aiuto alle Politiche sociali del Comune che pure mi avevano sostenuto quando si era trattato di ripartire i 15 mila euro che avevo donato per il pagamento delle utenze Asm alle famiglie più bisognose: anzi, in quella circostanza, il Comune aveva a sua volta aggiunto altri 15 mila euro. Ma stavolta, le Politiche sociali mi hanno risposto che non potevano aiutarmi. Allora ho scritto direttamente al sindaco Corsaro, che mi ha risposto: ‘L’amministrazione comunale ritiene lodevole la Sua iniziativa, ma non può prendere in considerazione la gestione da Lei richiesta in quanto con riferimento ale crisi aziendali e societarie le competenze specifiche sono di spettanza statale e regionale’. Vista la risposta del sindaco, chiedo a qualcuno di farmi suggerimenti affinché possa praticamente distribuire questo contributo, che non è certo risolutivo del futuri dei lavoratori che hanno perso il posto, ma che potrebbe sostenere situazioni familiari particolarmente difficili in questo momento. Io ovviamente, da privato, non sono in grado di farlo”.

E’ “il succo” di una diretta Facebook che Carlo Olmo ha fatto poco fa dalla sua abitazione di via Delpiano 7. Il “Lupo Bianco” ha letto la lettera inviata al sindaco e la risposta di Corsaro, che riportiamo integralmente qui in calce e si è rivolto alla città: come posso aiutare praticamente i lavoratori della “Cerutti”?

Olmo è partito spiegando di aver incontrato, durante il tour fatto in città con i produttori del film “Lupo Bianco”, per scegliere le località in cui girare le riprese, un gruppo di operai della “Cerutti”, che, venuti a sapere del suo costituendo fondo, lo avevano ringraziato, dicendogli: “Solo lei in questo momento, sta pensando a noi”.

E Olmo continua a pensare a loro e vorrebbe assolutamente consegnare loro questi 50 mila euro, prima di Natale, ma non può farlo. Ha detto il Lupo Bianco: “La mia richiesta di chiarimenti al sindaco, che porta la data del 15 ottobre, era chiara: io non voglio aiutare un’azienda che in questo momento è in procedura fallimentare, io voglio aiutare i cittadini vercellesi che fanno parte, o meglio che purtroppo facevano parte, di una storica azienda vercellese. Per intenderci, dopo aver consultato anche la Regione, cui il sindaco mi ha indirizzato, non posso andare a consegnare questi 50 mila euro ai curatori fallimentari. Potrei rivolgermi a loro se avessi i soldi per comprare la Cerutti, ma qui stiamo parlando di un’altra cosa: vorrei aiutare in qualche modo almeno qualcuno degli ex lavoratori della città di Vercelli delle Officine Meccaniche Cerutti, ma non posso farlo personalmente: dovrei entrare nella loro privacy, violarla, fare scelte che non posso fare. L’unico che potrebbe farle, è il Comune”.

Ha proseguito Olmo: “Ne ho parlato anche con l’assessore alle Finanze Luigi Michelini, che mi ha risposto: ‘Se aiutiamo i lavoratori della Cerutti dovremmo aiutare anche gli altri. E io ho risposto: ‘Incominciamo ad aiutare loro, non vedo perché non si possa fare’”.

Ha concluso il  Lupo Bianco: “Il Comune mi ha risposto no, la Regione mi ha rimandato ai curatori fallimentari, i sindacati mi dicono che non sono in grado, e li capisco, di svolgere questo ruolo. Quindi lancio un appello: c’è un fondo subito disponibile  per aiutare famiglie vercellesi in  difficoltà, qualcuno mi sa suggerire come possono fare a utilizzarlo?”.

Sembra una storia kafkiana, urgono risposte.

Ecco in calce le due lettere: quella di Olmo a Corsaro del 15 ottobre e la risposta del sindaco, due settimane dopo.

 

La lettera di Olmo

 

La risposta del Sindaco

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1 commento

  1. Olmo Lei è un privato cittadino che non deve giustificare le sue buone azioni a nessuno. Gli operai della Cerutti al momento usufruiscono di ammortizzatori sociali che non coprono le dinamiche salariali ordinarie, per cui se Lei decidesse di ripartire i 50.000,00 in parti eguali, per quei lavoratori, nessuno dico nessuno troverebbe da dire.

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