Oggi chiude (per sempre?) la storica edicola Avignone di piazza Cavour

Oggi, Vigilia di Natale, verso sera Massimo Avignone Droetti, venderà l’ultimo giornale, l’ultima rivista, o magari un giornaletto per bambini o, chissà, forse un cd, e poi chiuderà per sempre la sua edicola sotto i portici di piazza Cavour, quella che i suoi genitori, Ercole ed Estella Baralis, aprirono un po’ più in là, verso via Bava, nel 1970. Quindici anni dopo, Rina Giovannacci, che gestiva la sua libreria proprio dove adesso c’è l’edicola, cedette la struttura agli Avignone Droetti, che la trasformarono, ampliandola, nella forma attuale. Da stasera chiuderà i battenti.

Massimo, che ha 62 anni, ha maturato i termini per la pensione e non proseguirà più l’attività avviata dai nonni paterni, Giuseppe e Rosa, e dal padre, nel vecchio “posteggio” davanti a Palazzo Pasta, in via Duomo.

Racconta Massimo Avignone Droetti: “I genitori di mio padre e papà arrivavano lì con un carrettino di giornali. Poi i due uomini partivano in bicicletta e fare le consegne dei quotidiani casa per casa in bicicletta. La nonna stava lì e vendeva il resto dei giornali, soprattutto agli operai della Chatillon che andavano in fabbrica o che uscivano dopo il turno di lavoro”.

Poi, nel 1970 la scelta di Ercole e di Estella di acquistare anche il primo, piccolo chiosco in piazza Cavour, più o meno dove c’era il negozio di tessuti Cereja e dove si possono tutt’ora scorgere gli anelli in ferro che sostenevano la struttura. Massimo allora era un ragazzino, che faceva le medie, e che qualche anno dopo dopo si sarebbe iscritto in prima Itis, diventando poi perito chimico. Ma, fuori dalla vita scolastica, dava già una mano ai genitori: mamma Estella stava in edicola e lui, con il papà, portava in giro i giornali.

Massimo Avignone indica la vecchia ubicazione dell’edicola

Si arriva così al 1979. Massimo ha in mano il diploma di perito chimico, conseguito l’anno prima, ma la sua passione è quella di fare l’edicolante. Dopo una brevissima esperienza lavorativa alla Ilca di via Cadore, apre così un’edicola in piazza Lazio – che c’è tutt’ora – e si impegna sodo rispettando quegli orari tanto disagevoli (ma per lui in oltre quarant’anni sono diventati la normalità ), dalle 5,30 alle 19, con inevitabile sveglia verso le 4,30, ogni mattina. Il padre Ercole si fa in quattro per aiutare sia la moglie, in piazza Cavour, sia il figlio, in piazza Lazio, continuando a svolgere la specialità tanto adorata: portare i giornali a domicilio.

Poi la famiglia decide di vendere la licenza del figlio in piazza Lazio, e di radunare tutte le attività in piazza Cavour. Poco tempo dopo arriva la possibilità di ottenere la struttura dei coniugi Costantini, che aprono la Libreria Giovannacci nella sede attuale, di via Laviny.

I lavori per ampliare l’edicola comportano spese aggiuntive perché occorre rispettare i rigidi canoni imposti dalla Sovrintendenza, ma alla fine il sogno viene coronato. Adesso l’edicola è lì, tutta nuova, nel cuore della città e la rivendita di giornali famiglia Avignone Droetti diventa un centro d’incontro obbligato. Padre, madre e figlio sono una presenza cara e costante. Ma nell’edicola ci sono altre presenze, care ai vercellesi. Due cani: prima Titti e poi Pippo.

La vicenda di Pippo meriterebbe un romanzo. Pippo non è il cane degli Avignone Droetti, bensì di una famiglia che gestisce una gelateria in viale Garibaldi. Ma chissà perché, si trova a sua agio nei dintorni dell’edicola dove staziona in modo permanente. I suoi padroni amano i cani e gli vogliono bene, ma al cor non si comanda. Pippo è attratto più da Gazzette e rotocalchi che dal pistacchio e dalla stracciatella. E il giorno in cui il cane raggiunge gli Avignone addirittura in casa loro, i proprietari della gelateria parlano con franchezza agli Avignine: “Gli piace stare con voi, dovete prendervelo”. La famiglia di edicolanti lo fa. “E ogni giorno – racconta Massimo – Pippo faceva il giro, con papà, di tutte le abitazioni o gli uffici dove mio padre andava a portare i giornali, precedendolo addirittura tappa dopo tappa. Un cane che ci è sempre rimasto nel cuore”.

Massimo Avignone, sposato, con Maria Cerza, e con una figlia, Amanda, fa un lavoro che gli piace, ma non rinuncia alla passione sportiva che da sempre lo ha avvinto: quella del baseball. Ricorda:”Fu il proprietario del Collegio Dal Pozzo, Egidio Del Boca, a convincermi ad entrare nella squadra del suo istituto, quindi entrai a fare parte della Libertas poi diventata Baseball Vercelli. Sono diventato anche dirigente e continuo ad adorare questo sport”

Come edicolante, i ricordi sono svariati, impossibile citarli tutti. “Il giorno del della strage Graneris – racconta – la gente era incredula, sgomenta. Io andavo ancora a scuola e quella mattina, all’Itiis si parlava di tutto, di una banda di rapinatori assassini, ad esempio. Poi incominciò a trapelare la tremenda verità e ricordo ancora, quel pomeriggio, era un venerdì, l’assalto all’edicola della gente che comprava Stampa Sera, il primo giornale a uscire con la notizia. Anche La Sesia ci fece un’edizione straordinaria. Ricordo anche che tra i nostri clienti c’erano anche i sindaci della città, e fra tutti Ennio Baiardi: sotto la sua amministrazione ottenemmo l’appalto per la consegna di sette giornali ogni giorno alla Biblioteca Civica, servizio che abbiamo conservato per tantissimi anni”.

Gradualmente, Massimo ha incominciato a prendere il posto dei genitori che, dal 1991, non dovevano più alzarsi in ora antelucana per andare al lavoro, anche se la loro presenza non si è mai interrotta del tutto, fino a quando la salute glieo ha concesso. Estella Baralis è morta il 6 novembre del 2017 e il marito l’ha raggiunta quattro mesi esatti dopo, il 6 marzo del 2018.

Massimo ha continuato, e non ha mai smesso, nemmeno durante il lockdown, perché le edicole erano tra le pochissime attività risparmiate dalla chiusura.

Adesso, però, Massimo Avignone Droetti si ferma. Oggi venderà gli ultimi giornali e riviste e le innumerevoli cose che si distribuiscono oggi in edicola: quelle che gli avanzeranno le riporterà al distributore di giornali. Sarà una chiusura definitiva o l’edicola troverà un acquirente? Impossibile rispondere a questa domanda, resta il fatto che dal 27 dicembre, quando dopo i due giorni canonici di riposo, i giornali torneranno nelle edicole quella di piazza Cavour non ci sarà più. E soprattuto non ci sarà più Massimo a consegnarti il tuo quotidiano e a parlarti delle fortune, ma anche dei rovesci, del suo Milan, del suo baseball e della sua Vercelli.

Enrico De Maria

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3 Commenti

  1. La storia, così raccontata, commuove tutti un po’. Da tempo, fagocitato dal pc, non compravo quasi mai il quotidiano, ma domani devo cercare di farlo. Quelle persone ci sono care e quell’angolo di Vercelli non sarebbe più lo stesso senza i giornali e il capo dell’edicolante che vi emergeva, nella “nebbia”, fra una pila e l’altra, una rivista e un giochino per i bambini. Nel dubbio sul futuro, stiamo come su internet le foglie.

  2. L’edicola di Massimo, Ercole ed Estela è sempre stata attrattiva per tutti, anche per una piccola bambina come me che negli anni ’90 condivideva quell’angolo di Piazza Cavour nella tabaccheria dei genitori. Spesso scappavo dal bancone delle sigarette e del lotto per rifugiarmi nell’ edicola ed aiutare Ercole a cercare fumetti e giornali per gli avventori. Tante volte assisteva alle battute tra tifosi del Milan (Massimo) e della Juve (mio papà)😁
    Grazie Enrico per aver condiviso un pezzo di Vercelli e ad aver contribuito a far riaffiorare ricordi lontani. Buone feste!

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