Il Nursing Up, sindacato infermieri: “La Regione assuma e riconosca le prestazioni aggiuntive o sarà il caos”

Attacco frontale alla Regione del sindacato degli infermieri Nursing Up, sulla questione assunzioni ma soprattutto del riconoscimento delle prestazioni aggiuntive. Il compenso, cioè, per tutte le ore di professione svolta al di là dell’orario di contratto, che in molte aziende sanitarie, come sottoliena il sindacato, sono diventate la norma.

 

Per il Nursing Up la discussione in atto in Regione sulle linee di indirizzo per la contrattazione integrativa è ”A un punto di stallo. La posizione della Regione è del tutto inaccettabile e il braccio di ferro sulle prestazioni aggiuntive non farà che il male del sistema sanitario. Noi sottolineiamo una volta per tutte che la priorità rimangono le assunzioni che l’assessore Saitta ha pubblicamente annunciato più volte, che gli hanno generato titoloni qui giornali, ma che fino a oggi non si sono viste. Le assunzioni vanno fatte subito! Ma nel contempo, in attesa che il personale torni ad essere su numeri almeno accettabili, è imprescindibile dare seguito alle prestazioni aggiuntive per i lavoratori che con grande coscienza hanno sopperito per quasi un ventennio alla carenza cronica di personale del comparto sanità”.

 

 

Per il Nursing Up gli infermieri sono sempre l’anello debole della catena su cui si scaricano compiti e necessità di tagli, pur se è sempre grazie in gran parte al lavoro degli infermieri che la sanità piemontese raggiunge eccellenze: “Non è stringendo ancora una volta il cappio sul lavoro degli infermieri, spremuti, sottopagati e impiegati ben oltre i compiti che spetterebbero loro di contratto, che si farà efficienza in sanità e negli ospedali. La Regione non pensi di scaricare, ancora una volta, sulla spalle degli infermieri i costi della disorganizzazione che domina nella nostra regione – attacca il Nursing Up. Il riconoscimento delle prestazioni aggiuntive, subito, adesso, non è negoziabile. Altrimenti il sistema sanitario piemontese inizierà ad accorpare reparti e a chiudere altri posti letto, e come al solito, oltre agli infermieri a farne le spese saranno i pazienti!”

 

Il segretario regionale Nursing Up, Claudio Delli Carri

Per il segretario regionale de Nursing Up, Claudio Delli Carri, la contrattazione in Rgione è a un punto di inaccettabile stagnazione. “È dal mese di novembre che siamo seduti al tavolo tecnico dell’Assessorato Sanità della Regione Piemonte, dove stiamo definendo le linee di indirizzo per ciò che concerne le risorse aggiuntive regionali (incentivi) del personale del comparto Sanità e le prestazioni aggiuntive per il personale delle professioni sanitarie e di supporto all’assistenza – prosegue Delli Carri -. Da allora siamo ancora in stallo. Il nostro interlocutore, l’Assessorato alla Sanità, non può più prendere tempo convocando tavoli tecnici a ripetizione, inconcludenti, e continuando a non volersi assumere le proprie responsabilità a differenza di quanto fatto sino a d’ora dalle migliaia di professionisti del settore sanitario”.

 

 

“Sappiamo molto bene che Le prestazioni aggiuntive non sono la soluzione al problema della carenza di personale – prosegue Delli Carri -. Le prestazioni aggiuntive, però, rappresentano il giusto riconoscimento economico a tutti i professionisti sanitari e personale di supporto che per senso del dovere ogni giorno rinunciano al loro legittimo riposo e garantiscono l’assistenza nei reparti, nelle sale operatorie, negli ambulatori, nel servizio emergenza territoriale 118, alle cure domiciliari ecc. Assistenza di livello qualitativo e quantitativo molto elevato, di cui la Regione Piemonte e, nella fattispecie l’Assessore alla Sanità, si fa vanto su tutta la carta stampata nazionale.

Allora non si dimentichi, l’Assessore, che tanta eccellenza deriva proprio dal contributo di questi lavoratori ai quali devono essere attribuiti anche meriti e non solo doveri”.

 

“Purtroppo la necessità di assumere professionisti titolati da parte delle aziende sanitarie pubbliche piemontesi si scontra con i limiti dei tetti di spesa del personale imposti dalla legge – conclude Delli Carri -. La Regione può e deve intervenire incrementando i tetti di spesa del personale, accelerando le tempistiche concorsuali ma nell’immediato deve autorizzare le prestazioni aggiuntive. Le continue politiche di tagli, nonostante i roboanti annunci, in cui al centro degli obbiettivi vi è solo la questione economica e non il cittadino, non possono più proseguire. Le prestazioni aggiuntive vanno riconosciute subito, l’alternativa è attendere la paralisi e il collasso del sistema”.

 

 

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