Mercoledì via Facebook la presentazione del libro di Lorenzina Opezzo “Quando si cantava ‘Giovinezza’”.

Lorenzina Opezzo

Quarantasette anni fa, Lorenzina Opezzo, ora insegnante in pensione, si era laureata all’Università di Torino con una tesi scritta a quattro mani con l’amica Andreina Rastello e discussa con Massimo Luigi Salvadori su “Stampa locale, organizzazione e azione politica del fascismo a Vercelli – 1922-1943”. Ora, con il consenso di Andreina Rastello, la professoressa Opezzo ha rielaborato quella tesi, trasformandola in un libro che si intitola “Quando si cantava ‘Giovinezza” (il sottotitolo è quello della tesi) e che l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia” ha stampato con i tipi della “Gallo” di Vercelli.

Non potendo fare presentazioni in presenza, il libro verrà lanciato via Facebook mercoledì alle 17,30 con un colloquio in remoto attraverso la pagina Facebook dell’Istituto stesso tra l’autrice, il presidente Giorgio Gaietta e il direttore Enrico Pagano. Chi volesse seguire la presentazione, potrà farlo collegandosi su https://www.facebook.com/istitutoresistenza.biellavercelli.

Il libro di Lorenzina Opezzo, che è stata per un breve periodo anche consigliera comunale durante l’amministrazione Forte, è davvero prezioso, anzi indispensabile per chiunque desideri approfondire la storia di Vercelli ai tempi del fascismo, dal 1922, quando il municipio (era l’11 agosto) fu addirittura occupato dalle camicie nere, fino all’8 Settembre.

Una ricerca davvero certosina, che la professoressa Opezzo ha condotto soprattutto (ma non solo) attraverso un’analisi attenta e scrupolosa dei giornali locali di allora, come La Sesia, l’Eusebiano, l’Argine (il settimanale dell’Azione Cattolica), ma anche quelli di partito, come La Provincia di Vercelli, organo ufficiale della Federazione Provinciale Fascista, e, finché potè farlo, “La Risaia”, portavoce dei socialisti.

Nella prefazione, non firmata, ma attribuibile senz’altro all’autrice, viene spiegata la scelta di stampare questo libro, arricchendolo di note di strettissima attualità: ad esempio, nell’opera si parla anche di pubblicazioni recentissime sul fascismo come i libri dedicati a “M” di Antonio Scurati. Scrive l’autrice: “Ritengo che …in questi ultimi tempi si sia un poco perso il desiderio di conoscere molte verità, abbandonandosi a luoghi comuni e semplificazioni che hanno originato distorsioni, lacune e molti falsi storici. Provo pertanto a riproporre il racconto di come Vercelli abbia vissuto il fascismo attraverso i suoi giornali, fra propaganda e fatti, azioni, decisioni che vennero prese”.

Nella presentazione, il presidente dell’Istituto per la storia della Resistenza, Giorgio Gaietta rileva l’importanza dell’opera di Lorenzina Opezzo anche nel rilevare (e ricordare) come molti uomini e donne vercellesi avessero ricoperto ruoli di primo piano nelle organizzazioni fasciste “non cogliendo – scrive -gli innumerevoli segnali progressivi di assenza di ‘umanesimo’ del fascismo, culminati nell’emanazione delle leggi razziali del 1938”.

 

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