Mercoledì allo spazio Gioin si parla della storia “nascosta” di Vercelli che Marta Boccalini portò alla luce 28 anni fa

Nel 1995, Marta Boccalini, oggi apprezzata docente al Liceo Classico “Lagrangia”, si laureò a pieni voti e con lode in Lettere antiche all’Università di Torino, discutendo con il professor Sergio Roda una tesi originalissima: “L’antiquaria vercellese tra ‘500 e ‘600”. In essa Marta Boccalini esaminò manoscritti inediti che riguardavano la storia della nostra città elaborati da autori ai più sconosciuti, come Aurelio Corbellini, Marco Aurelio Cusano, Carlo Amedeo Bellini, Giovanni Francesco Ranzo e Giovanni Battista Modena Bicchieri. Autori che raccontavano la storia della città un po’ a modo loro, in parte in maniera ineccepibile, ma assai spesso per esaltare senza ritegno, inventandole di sana pianta, le glorie di un passato che Vercelli non aveva mai posseduto. Tuttavia, secondo il professor Roda, “da quella confusione indistinta, che accomuna fonti attendibili e inattendibili (…) rinasce l’interesse per la storia vercellese”.

Una tesi che venne pubblicata e che andò letteralmente al ruba tra gli storici che in questi anni l’hanno citata ripetutamente ai propri allievi. E’ il caso, ad esempio del professor Claudio Rosso dell’Upo, che ha conosciuto di persona la professoressa Boccalini proprio perché una sua allieva stava preparando una tesi su quel libro, oggi assolutamente introvabile, se non in qualche mercatino occasionale. Da quell’occasione è nata l’idea di un incontro-dibattito tra i due che si svolgerà domani, mercoledì, alle 17, allo Spazio Gioin di via Laviny. Tema: “Una storia nascosta, alla ricerca degli storici inediti vercellese del Cinque e Seicento”. L’ingresso è libero.