“Mamma e papà, fate del bene anche dopo di me”: il desiderio di Loris Guzzon oggi si è avverato

Da sinistra, Olmo,.Colombo, Milano, Gatti, i coniugi Guzzon e il dottor Adamo dietro al dissettore epatico (foto Greppi)

Nell’agosto del 2019, i coniugi Marilena e Giorgio Guzzon persero il figlio Loris che stava per compiere 33 anni, a causa di un tumore al fegato che non gli diede scampo. Questa mattina, nel suo ricordo, su indicazione di Carlo Olmo, sono andati a fare una donazione straordinaria all’ospedale “Sant’Andrea” di Vercelli: hanno consegnato al primario della Chirurgia Vncenzo Adamo un “dissettore ad ultrasuoni” per chirurgia epatica dell’ultima generazione – il primo di questa ditta consegnato ad un ospedale in Italia -, ed il dottor Adamo, commosso e felice per la donazione, lo utilizzerà subito, lunedì, per trattare il caso di un paziente con metastasi al fegato.

C’era molta commozione stamane nella sala “Ballerini” dell’Asl dove c’è stata la consegna ufficiale dell’apparecchiatura che, tra l’altro, ha uno costo rilevante, di poco inferiore ai 50 mila euro. Oltre ai congiugi Guzzon, al dottor Adamo e al Lupo Bianco Carlo Olmo c’erano i vertici dell’Asl, rappresentati dal direttore generale Eva Colombo, il direttore sanitario aziendale Fulvia Milano e il direttore sanitario del presidio ospedaliero Scipione Gatti. Tutti hanno ringraziato con parole toccanti i due coniugi per la donazione.

Marilena e Giorgio Guzzon hanno ricordato il loro fantastico ragazzo che sapeva benissimo che cosa gli stava accadendo e che seguiva passo passio, informandosi sui libri e sul Web, l’evoluzione delle cure che i medici gli stavano praticando. Quella terribile notte di agosto, Loris non sembrava particolarmente sofferente, ma seguiva la terapia. “A letto non riusciva a vedere bene il monitor con i parametri vitali – ha detto Marilena Guzzon – e allora ha chiesto a mio marito di fotografarli con il cellulare perché voleva controllarli. Loris sapeva che la situazione era grave, ma non ha mai smesso di porre speranza nei medici; Ci ha detto: ‘Mamma, papà  fate del bene anche dopo di me’. E’ per questa ragione che ci siamo rivolti all’avvocato Olmo”.

Marilena e Giorgio Guzzon

Carlo Olmo si è fatto carico di tenere i rapporti tra la famiglia e l’Asl facendo sì che l’ospedale di Vercelli avesse un’apparecchiatura di cui c’era assolutamente bisogno, e la scelta, dopo un’approfondita analisi svolta con la dottoressa Colombo è infine caduta sul dissettore ad ultrasuoni, che oggi viene consegnato al dottor Adamo e sul quale compare una targhetta con il nome di Loris”.

Il primario di Chirurgia ha spiegato che gà utilizzava un’apparecchiatura analoga quando era all’ospedale di Verduno (Cuneo): “Ma questa è dell’ultimissima generazione e, per la Chirurgia, è un’acquisizione importantissima. Ci consentirà di intervenite sui fegati con metastasi, soprattutto derivate da tumori al colon-retto, con una precisione altissima che favorirà sia il decorso post operatorio del paziente, sia, soprattutto, il decorso positivo della malattia, in termine di lunga sopravvivenza o di guarigione”.

Il dottor Adamo illustra il funzionamento del dissettore (foto Greppi)

La famiglia Guzzon, che aveva già donato un elettrocardiografo e una poltrona speciale per le terapie dei malati oncologici all’ospedale di Novara (dove era un cura il loro Loris), era davvero emozionata: “Per salvare nostro figlio abbiamo tentato qualunque cosa. Adesso la speranza è che, nel suo ricordo, si possano salvare tante vite”.

Questa straordinaria donazione segna un capitolo nuovo dell’incredibile, commovente catena di generosità che si è avviata da anni, a Vercelli, ad opera di genitori che perdono i   Figli e che, nel loro ricordo, aiutano gli altri. Di questo libro infinito, in cui viene scritto il Bene, ora anche Marilena e Giorgio Guzzon fanno parte a pieno titolo, e, grazie a loro, Loris non sarà mai dimenticato.

edm

 

 

 

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