Vercelli – Annunciando la sesta edizione del Ducale.LAb, la più breve causa Covid, Cristina Canziani, direttore artistico della Camerata Ducale, ci disse che sarebbe stata “memorabile”. Siamo a tre quarti e dobbiamo dire che aveva ragione.
Non avevamo ancora metabolizzato lo stupore per lo stupendo concerto doppio dei due solisti vincitori del Premio Maria Cerruti, che ieri ci siamo trovati di fronte ad un duo di violoncello e pianoforte semplicemente sensazionale che ci ha proposto un programma importante e bellissimo: la Fantasiestucke opera 73 di Schumann e la monumentale Sonata in do maggiore di Prokofiev, scritta in pieno accordo con il sommo violoncellista del Novecento, Rostropovic.
Non solo Martino Maina (violoncello) e Lorenzo Morra (pianoforte) ne hanno offerto un’interpretazione impeccabile, ma ce l’hanno fatta gustare, raccontandocela (se ne è incaricato Martino Maina) con una chiarezza espositiva raramente riscontrabile oggi in un ventenne.
A Vercelli è stato probabilmente, molti anni fa, Angelo Gilardino ad inaugurare la presentazione dei concerti che valeva spesso quanto il concerto; per non parlare delle “lezioni”, ad esempio sulla Nona di Beethoven, semplicemente memorabili del professor Robbone. Negli ultimi anni si sono assunti il compito di farlo illustri musicologi, ma anche lo stesso Guido Rimonda, brillantissimo non solo quando parla di Viotti (e già la figlia diciottenne Giulia ne sta seguendo le orme, non solo musicali). Ora accade che questi concerti del Ducale.LAb vangano presentati in modo spigliato e accattivante dagli stessi protagonisti: fu bravissimo il pianista Alessandro Boeri nel concerto inaugurale al Dugentesco, ha rivaleggiato in bravura con lui ieri Martino Maina.
La storia singolare di questo duo, che si è ricostituito appunto per questo Ducale.LAb (pur essendo “vecchi” amici, i due non avevano quasi mai suonato assieme) è stata pure un giulebbe per le orecchie del pubblico del Leone, perché i due giovani l’hanno raccontata dispensando vagonate di simpatia.
E poi, davvero, giù il cappello di fronte alla loro arte di musicisti: Maina ha fatto cantare il suo violoncello come raramente avevamo ascoltato a queste latitudini e Morra ha assecondato alla perfezione l’amico e collega: il loro Prokofiev ha trascinato il pubblico all’entusiasmo, contraccambiato da bis davvero graditi, Bach e, in omaggio a Morricone, “La leggenda del pianista sull’Oceano”. Un’altra risposta “forte”, dal cortile di Casa Alciati, ai poveri di spirito che continuano a sostenere che a Vercelli “non c’è mai niente”.
A proposito del “mai niente”, ricordato l’appuntamento di stasera al Pisu, venerdì prossimo il sesto Ducale.LAb si concluderà con il Trio Chagall, che riceverà il Premio Maria Cerruti riservato al miglior ensemble selezionato per la rassegna. E poi prenderà il via la nuova stagione musicale al Dugentesco che si chiama “Camera con Vista”. Forse un po’ troppo per essere “mai niente”.
edm