L’Università del Piemonte Orientale mette sul tavolo quarantasei progetti per la ripresa

Il rettore Gian Carlo Avanzi

«L’Università è il mondo privilegiato dove è possibile trovare convergenza di tutti gli ambiti disciplinari e avviare una ricerca globale che consideri tutti gli aspetti. È il luogo fisico dove trovano convergenza tre grandi missioni: formare una classe intellettuale, dirigente e tecnica in grado di gestire i nuovi problemi; analizzare e ricercare soluzioni; collaborare con le comunità per migliorarne gli standard di vita».

Sono le parole pronunciate da Gian Carlo Avanzi, rettore dell’Università del Piemonte Orientale, durante la videoconferenza stampa in cui è stato illustrato come, nei prossimi mesi, si intende promuovere la ricerca di soluzioni ai problemi il più possibile trans-disciplinari ed efficaci. Dopo la prima fase di emergenza infatti a tutti sarà richiesto un grande sforzo per uscire a testa alta dalla crisi.

Il delegato alla ricerca Emanuele Albano ha spiegato che «docenti e ricercatori hanno già individuato dodici direttrici primarie sulle quali operare, linee di ricerca che verranno affrontate in maniera inter e trans-disciplinare, con il diretto coinvolgimento di tutti i Dipartimenti, per un totale di quarantasei progetti».

Dal punto di vista sanitario le linee di ricerca riguarderanno soprattutto: l’analisi dei meccanismi patogenetici responsabili dell’insorgenza del Covid-19; la diagnostica in vitro e in vivo; gli studi di popolazione e la creazione di biobanche; il trattamento e la gestione del paziente critico.

Il settore farmacologico si concentrerà soprattutto sull’identificazione di nuovi farmaci e nuove strategie terapeutiche. Nuovi studi riguarderanno i fattori di rischio e i possibili vettori del virus. Si ipotizzerà anche il tracciamento per mezzo di app su supporti mobili e sistemi informatici per predire la potenziale propagazione del contagio. Verranno infine sviluppati studi sui dispositivi di protezione individuale.

Gli effetti della crisi pandemica nel settore socio-economico verranno valutati da diversi punti di vista: tenuta del welfare sanitario; valutazione del sistema di istruzione e nuove disuguaglianze; sistema produttivo e ripresa delle attività economiche, mobilità territoriale dei cittadini, qualità dell’aria e impatto del Covid-19 sul comparto turistico.

La pandemia verrà esaminata in base agli effetti nei confronti della dimensione politico-istituzionale: come e da chi vengono assunte le decisioni; gestione politica multilivello; analisi giuridica e filosofica del conflitto fra diritti fondamentali e limitazioni alle libertà personali.

Anche la comunicazione nella crisi pandemica avrà un suo percorso di analisi privilegiato: verranno considerati la comunicazione istituzionale della pandemia, le fake news, il linguaggio utilizzato. Saranno anche proposte delle linee guida di comunicazione politica e scientifica.

Saranno infine affrontati i temi di bioetica e di etica pubblica di fronte alla pandemia, per analizzare la possibilità di accesso alle cure dei cittadini e la distribuzione delle risorse sanitarie fra ospedali e territorio; un’area specifica riguarderà i comportamenti sociali: generosità, solidarietà, resilienza in relazione a Covid-19.

«L’UPO – ha concluso il rettore Avanzi – non vuole sottrarsi a responsabilità che abbiamo assunto da tempo con convinzione e che ci hanno portato ad essere punto di riferimento insostituibile nelle nostre realtà territoriali. Pensiamo, tuttavia, che uno sforzo della ricerca scientifica così importante come quello che abbiamo di fronte abbia bisogno di un impulso economico forte e condiviso, in primis da parte delle maggiori istituzioni pubbliche e private del territorio. Penso alla Regione Piemonte, alle fondazioni del territorio, alle associazioni di categoria e alle imprese, ma anche dei cittadini».

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