Per l’ultimo saluto a Marazzato una folla immensa e il suo camion “Isotta Fraschini” sul sagrato del Duomo

L’Isotta Fraschini sul sagrato del Duomo di Vercelli durante i funerali di Marazzato

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E’ stato calcolato che sabato mattina ci fossero almeno duemila persone, provenienti da tutt’Italia, ai funerali di Carlo Marazzato, leader dell’imprenditoria  vercellese, scomparso all’età di 75 anni. Il titolare della notissima azienda che opera nel settore delle bonifiche ambientali e industriali, con casa madre a Borgo Vercelli è stato salutato dalla famiglia (c’erano la moglie Mara ed i tre figli Alberto, Luca e Davide, con i loro cari), da moltissimi dei suoi 280 dipendenti (che operano in otto sedi), da numerosi gruppi di Alpini, guidati da quelli di Vercelli, e anche da tanti appartenenti del Club dei mezzi storici cui, con orgoglio, Carlo Marazzato apparteneva con la sua collezione di 300 camion d’epoca ospitata a Stroppiana.

Carlo Marazzato aveva 75 anni

E proprio il camion cui era più affezionato, il famoso Isotta Fraschini D 80, è stato collocato – come estremo omaggio – sul sagrato del Duomo, mentre all’interno della Cattedrale gli veniva rivolto l’ultimo saluto. Hanno parlato di questo vero genio dell’imprenditoria il parroco monsignor Giuseppe Cavallone, nell’omelia, e, al termine della Messa funebre, la cugina Simona Marazzato e un collaboratore di Aosta, nonché esponente del Club dei mezzi storici, Roberto Iatì.

Ha preso la parola anche il sindaco di Borgo Vercelli, Mario Demagistri, il quale, tra l’altro, ha raccontato il suo primo incontro con Carlo Marazzato. Ha detto il sindaco: “Caro Carlo, sapevo che la tua azienda era un vero orgoglio del mio paese, ma non avevo mai avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con te. Mi invitasti a casa tua per consegnarmi una copia del volume sulla ‘Marazzato’ che avevi appena dato alle stampe, ma quell’incontro, che doveva durare pochi minuti, si trasformò nell’occasione meravigliosa di conoscere a fondo una persona non solo semplicemente straordinaria, ma umile, alla mano, come sanno essere solo i veri uomini di valore. Poi sono seguiti altri incontri, anche di lavoro, ma il primo mi resterà per sempre impresso”.

Data l’amicizia di Marazzato con il mondo salesiano e il sostengo dato al Centro di formazione professionale Cnso Fap del Belvere, a suonare l’organo in Duomo, durante la funzione funebre, c’era l’organista principe del Belvedere Flavio Ardissone.

Dopo le esequie, la salma di Carlo Marazzato è stata portata nel cimitero di Banchette di Ivrea e tumulata nella tomba di famiglia.

 

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