L’Ordine dei Medici regionale critica l’Unità di Crisi Coronavirus: Medici di famiglia mandati allo sbaraglio senza protezioni, pagano il conto sulla loro pelle

Una lettera di fuoco, durissima, quella inviata dal Presidente regionale dell’Ordine dei Medici dottor Guido Giustetto, e sottoscritta da tutti gli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri delle Province piemontesi,  al Presidente della Regione Alberto Cirio e ai vertici della sanità piemontese, una lettera che è una dura accusa alla gestione dell’emergenza coronavirus per quel che riguarda i medici di famiglia da parte dell’Unità di crisi regionale e che sottolinea come i medici di medicina generale e di famiglia siano stati “lasciati soli ad affrontare il problema” con i cittadini, senza dispositivi di protezione, senza direttive chiare, addirittura senza la possibilità di gestire in modo efficiente le procedure in caso di contagio anche solo per le comunicazioni telefoniche. Un attacco diretto, e senza precedenti, al direttore dell’unità di Crisi regionale, Mario Raviolo, del quale i medici chiedono l’immediata sostituzione, dopo che quest’ultimo aveva, nelle scorse ore, neanche troppo velatamente, accusato a sua volta proprio i medici di famiglia di aver gestito l’emergenza in modo non corretto.

 

 

I medici di medicina generale in pratica lamentano di essere lasciati “completamente soli” sin dall’inizio nella gestione di quella che può essere definita come la “prima linea” della gestione della diffusione del coronavirus, ossia quella situazioni in cui solo loro a dover gestire la visita e il primo “triage” oltre alla gestione dei loro pazienti, senza poter avere dispositivi di protezione, senza linee guida chiare sul comportamento e sulla documentazione da poter rilasciare, ad esempio in caso di necessità di quarantena o in isolamento fiduciario, subendo anche enormi problemi di comunicazione con i numeri telefonici di gestione dell’emergenza coronavirus non avendo canali dedicati a cui fare riferimento in caso di emergenza, ma dovendosi sovrapporre e accodare alle chiamate dei cittadini.

Il prezzo pagato fino a oggi dai medici di medicina generale? Si legge nella missiva: “Due medici di famiglia contagiati, in questi giorni di coronavirus, sono morti sul lavoro in Italia, più di 30 medici di medicina generale in Piemonte cono in isolamento fiduciario ed il loro numero sta continuamente aumentando. Un medico di famiglia firmatario di questa lettera è da ieri ricoverato in ospedale per polmonite interstiziale contratta nell’esercizio della professione”.

“I medici – prosegue la lettera – hanno espletato la loro funzione di tutela della salute dei cittadini armati solo del loro coraggio, senso del dovere e preparazione professionale, fino all’autolesionismo”.

Tutto ciò nonostante siano state presentate numerose richieste e proposte avanzate dell’associazioni mediche che “in queste settimane non sono mai state ascoltate”, scrivono i medici.

 

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata appunto la “segnalazione”, ossia una comunicazione inviata dallo stesso coordinatore Raviolo su una gestione non corretta della situazione. Affermazioni che i medici bollano come “inaccettabili e che tocchino il fondo di una collaborazione nella quale abbiamo perso fiducia. L’epidemia in Cina – proseguono i medici – avrebbe dovuto allarmare chi in Italia è esperto di emergenze e deputato alla sua gestione, permettendo e suggerendo anche alla nostra regione di programmare in tempo le adeguate misure per reggere all’impatto disastroso che stiamo avendo sul nostro sistema sanitario. Questa è la funzione di una unità di crisi e di chi è esperto di maxi-emergenze, mandare i colleghi allo sbaraglio per non aver previsto i presidi di tutela lascia ampi dubbi sulla sua competenza”.

I medici concludono con un appello durissimo al Presidente Cirio, che è anche una sonora bocciatura dell’attuale gestione dell’Unità di Crisi regionale coronavirus: “Confidiamo che lei possa riorganizzare tale settore – riferendosi all’unità di crisi –. Nelle figure di responsabilità e interlocuzione le chiediamo di inserire – nella riorganizzazione dell’unità di crisi regionale – anche un rappresentante dell’Ordine dei medici che noi volentieri indicheremo”.

 

Per chi volesse approfondire ecco di seguito la lettera inviata dall’Ordine dei Medici regionale ai vertici regionali

Lett. prot. n. 3350 del 13.03.2020.pdf

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