Le “Streghe” di Rimonda accendono di entusiasmo il Civico

Rimonda e Formenti firmano il libro

 

 

Vercelli – Tra i grandi meriti che la Camerata Ducale ha acquisito in vent’anni di attività a Vercelli c’è senz’altro quello di organizzare eventi sempre diversi, originali, innovativi, dando spesso spazio a solisti, gruppi strumentali o vocali che vanno in scena solo con l’imprimatur dell’orchestra di Rimonda e Canziani, senza che quest’ultima abbia un ruolo nell’evento. Tante altre volte, la Ducale suona con l’illustre ospite ed è tanto brava che nobilita il concerto senza apparire da protagonista.

Ma poi, per fortuna, c’è la serata in cui la Ducale e il suo direttore, Guido Rimonda, si ritagliano uno spazio importante e dichiarato nel Viotti Festival e inscenano concerti memorabili in cui la bravura dell’insieme e del solista (Rimonda) si fondono in una stupefacente simbiosi di eleganza, bravura e raffinatezza. E’ successo ieri sera con il concerto dedicato al Violon Noir, vale a dire lo Stradivari Leclair, di cui tutti conosciamo la storia e la fama sinistra.

Come spesso accade, Rimonda e Canziani hanno scompaginato il programma, inserendo, al posto della “Danza degli spiriti beati” di Gluck, una Sonata di Pietro Antonio Locatelli, violinista e compositore del Settecento. Poi, ecco Tartini, de Bériot, Viotti (la Marsigliese), Wieniawski e poi, per la prima volta (preceduta da un’anteprima a Palermo), un’opera davvero bella e, come annota con la solita intelligenza Attilio Piovano, “di cordiale comunicativa” di Luciano Maria Serra, composta proprio per il progetto Violon Noir: “Carini. Leggenda per violino e orchestra da camera”.

E poi il finale! “Le Streghe”, l’opera paganiniana non alla portata di tutti i pur grandi violinisti. Sono almeno quindici anni che la ascoltiamo da Rimonda e ogni volta ci emozioniamo come la prima. Perché Rimonda riversa nelle “Streghe” tutto ciò che, di volta in volta, acquisisce da questo brano trascinante e stregonesco. Se ci è consentito il paragone, vorremmo rifarci al famoso libro “The Match”, in cui Norman Mailer analizzava, round dopo round, il leggendario combattimento tra Ali e Foreman. Ebbene, in quel libro Mailer diceva che, per sconfiggere un titano com Foreman, Ali in quel match ha messo a frutto quanto imparato in anni e anni di professione sul ring. Sabato sera, Rimonda ha messo a frutto, in ogni singola nota, quanto appreso dai suoi maestri, ma soprattutto dal suo studio inesausto di quel brano. Il pubblico, ammutolito, ha trattenuto il fiato per tutta la durata dell’esecuzione poi, alla fine, è esploso in un applauso tellurico, accomunando il solista e la sua splendida orchestra.

Rimonda e Formenti firmano il libro

Nell’intervallo del concerto, al Ridotto, lo scrittore e musicista milanese Gabriele Formenti, introdotto a meraviglia da Piovano, ha presentato il suo libro “Il violino nero”, un giallo ispirato proprio allo Stradivari Leclair di Rimonda. E, alla fine, nel Foyer, l’autore e Rimonda hanno firmato le copie del libro: bella conclusione di una serata indimenticabile.
EDM

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here