“Smile, uno Stradivari al cinema” è il nuovo cd – inciso per Decca Italy– di Guido Rimonda e dell’Orchestra Camerata Ducale, ormai più che affermata formazione fondata dal violinista di Saluzzo, ma ormai a tutti gli effetti vercellese, oltre vent’anni fa.
Uno Stradivari dal fascino oscuro e inquietante, un grande violinista che vive in simbiosi con il suo strumento e ama addentrarsi in territori inusuali per un musicista “classico”, l’incanto del grande schermo e delle sue colonne sonore, il tutto condensato in una parola che regala una parentesi di leggerezza anche in momenti difficili: Smile. Com’è noto a tutti gli appassionati del grande schermo, il brano “Smile” (poi diventato celebre in tutto il mondo) fu composto nel 1936 come colonna sonora del suo capolavoro “Tempi moderni”.
W “Smile, uno Stradivari al cinema”, che prende il nome appunto da quella musica immortale di Chaplin, è un disco dedicato alla grande musica scritta per il cinema. Contando su una capacità espressiva che ha ben pochi rivali e su una curiosità raffinata quanto inesauribile, Guido Rimonda non si accontenta però di ripercorrere i ‘classici’ che hanno reso indimenticabili molte pellicole, bensì ci regala una scelta di melodie spesso sorprendente, andando a scavare nelle pieghe della “settima arte” e uscendone con dei veri tesori.
Smile, lo splendido tema di Charlie Chaplin (chi sapeva che da giovane avrebbe dovuto fare il violinista?), dà il titolo a un viaggio musical-cinematografico in cui lo Stradivari 1721 Leclair di Guido Rimonda esplora lo struggente tema dell’Olocausto, con il celeberrimo tema di John Williams per Schindler’s list, ma sa anche spaziare fino al tango di Carlos Gardel con “Por una cabeza”, presente sia in Delicatessen (1991) che in Scent of a Woman – Profumo di donna (1992).
Viaggio che prosegue con l’ineludibile omaggio al sommo Ennio Morricone, qui rappresentato dal celeberrimo tema di “Nuovo Cinema Paradiso”, e con un’altra tappa obbligata qual è il leit motiv dell’ultima interpretazione di Massimo Troisi, ovvero Il postino, composto da Bacalov ma anche, esito di una lunga querelle giudiziaria, da Endrigo, Del Turco e Margheri.
Nel disco compare anche il leggendario tema chitarristi “Giochi proibiti”, che prende il titolo dal bellissimo film di René Clément di cui fu la notissima colonna sonora. Di autore anonimo questo brano, suonato da generazioni di chitarristi classici, viene attribuito al grande chitarrista che lo suonò appunto nel film, ma l’autore è rigorosamente anonimo.