Le arpe celtiche di Constable chiudono gli ottocento anni del Sant’Andrea

Manca ormai poco al concerto organizzato per la chiusura dell’anno dedicato agli ottocento anni dalla fondazione della Basilica di Sant’Andrea, anno che ha visto, tra le altre cose, l’arrivo per la prima volta in Italia della Magna Charta.

Sabato 22 alle 21, con ingresso libero, all’interno del monumento simbolo di Vercelli, primo esempio di contaminazione del gotico nel Nord Italia, saranno protagonisti assoluti Fabius Constable e la Celtic Harp Orchestra che, a dispetto del nome, è totalmente italiana.

«L’arpa celtica – spiega Fabius Constable – tocca corde interiori inaccessibili. Apre la via all’incantesimo, è luogo di passaggio, viaggio a ritroso nel mondo del sogno, apertura a una dimensione “altra”. La troviamo protagonista di colonne sonore, oppure intenta a colorare antiche canzoni, o piantata nel mezzo degli ensemble più disparati. Sa unire toni epici e intime confessioni, fa danzare e sospirare. Evocativa e metafisica».

La Celtic Harp Orchestra si è esibita nel Duomo di Milano, al Vittoriale degli Italiani, all’Arena Incisa Rocchetta del “Bolgheri Melody”, al Parco della Musica di Roma, fino all’estremo oriente presso l’Ambasciata Italiana a Tokyo, a Mosca, a Madrid, a Rabat, senza dimenticare dimore e castelli importanti dal Nord al Sud dell’Italia.

Il repertorio della serata al Sant’Andrea si ispira alla vita del Cardinale Guala Bicchieri con una composizione inedita a lui dedicata, al Sogno della Croce “Dream of the Rood” e alla ninna nanna appositamente composta in forma di valzer per la secondogenita delle Altezze Reali il Duca e la Duchessa di Cambridge.

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