L’Asl Vc lancia la campagna: “Se vanno a scuola i bambini non stiano con i nonni”. Ma quali sono le alternative?

“Nella grande maggioranza dei giovani il Covid ha un effetto blando, ma durante la malattia sono molto infettivi. Per questo soprattutto durante i primi mesi di scuola i giovani dovranno evitare di frequentare i nonni e le persone anziane. Nel caso di incontro gli studenti devono indossare sempre la mascherina, evitare contatti stretti, mantenere una distanza superiore al metro e arieggiare l’ambiente”. Lo scrive l’Asl di Vercelli sui social con il motto “Stop Covid”.

Sta facendo molto discutere, sulle nuove piazze virtuali, questa nuova campagna dell’Asl, lanciata in collaborazione con il servizio di Epidemiologia dell’azienda sanitaria, che da ieri sul proprio profilo Facebook ha iniziato a pubblicare quelle che sono state definite come raccomandazioni “per una ripresa scolastica più sicura”. Raccomandazioni che, però, nella loro perentorietà, sorprendono. Sia perché, al momento, il Comune non offre un servizio alternativo valido per i ragazzi, infatti non sono stati attivati servizi di pre o post scuola e i genitori che lavorano ovviamente sono in grande difficoltà al di fuori dell’orario di scuola. Sia per la perentorietà del “suggerimento” che mette di fatto famiglie (che in taluni casi vivono anche oggi insieme i propri cari più anziani) e ragazzi di fronte a un bivio dal fortissimo impatto psicologico: “se vado a scuola non potrò più vedere, per mesi, i miei nonni”.

Va detto che ovviamente il consiglio è di natura cautelativa, e ha come obiettivo quello di puntare l’attenzione sullo stimolo di comportamenti responsabili. L’obiettivo dichiarato dell’Asl, figlio del timore di una nuova vampata di contagi e delle conseguenze che potrebbero avere, è «tutelare gli affetti e i soggetti fragili, che come tali, devono essere protetti». Ma se l’incontro con i nonni è in alcuni casi necessario, proprio per quel periodo in cui i bambini sono fuori da scuola e i genitori al lavoro? Come si fa in assenza di alternative di pre e post scuola? E poi se, come ha tenuto a ribadire anche ieri il Ministro, Lucia Azzolina, nel corso della conferenza stampa sulla ripresa dell’anno scolastico a Palazzo Chigi, «A scuola vi sono regole e misure sanitarie, ma anche adulti preparati. Per questo mi sento di dire che la scuola è il luogo meno rischioso rispetto ad altri dove possono stare i nostri ragazzi”, perché lanciare questo messaggio così perentorio e terrorizzante? Cioè, se le misure di sicurezza e contenimento funzionano in classe, molto di più che in altri luoghi (pensiamo alle varie estati ragazzi, alle inziative estive o anche solo alle spiagge) viste anche tutte le precauzioni attuate, perché i bambini poi casa devono evitare i contatti? La polemica prosegue e i vercellesi, i genitori, a giudicare dai commenti, come ad esempio dice una mamma: “come faremo se dobbiamo andare a lavorare e non ci sono alterative, non è per nulla semplice”, si sentono davvero smarriti, sopratutto quando le norme e i consigli s’aggrovigliano nel timore esasperante dei contagi.

 

Luca Avenati

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1 commento

  1. Penso che l’Italia con le proprie Istituzioni fatte di facce di BRONZO sia favorita per il titolo mondiale “Chi l’ha sparata + grossa?”. Forse conseguiremo l’oro, argento e bronzo.

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