La vercellese Liza Binelli premiata a Pordenone per il racconto del suo viaggio in India

Liza Binelli, insegnante, giornalista, ricercatrice e organizzatrice di presentazioni letterarie, è da sempre apprezzata studiosa di filosofie orientali. Questa sua passione le è valsa la pubblicazione di un racconto su di mensile nell’ambito del concorso nazionale “Racconta Estero 2019”.

«Ho aderito a questo bando inviando un articolo sul viaggio che feci nel 2017 in India, nel Tamil Nadu, ad Auroville. Non dovevo sforare le 3000 battute e ne era richiesta una traduzione in inglese, anche non fedele. Pur che narrasse un’esperienza unica. Tre anni fa avevo portato una bottiglia con l’acqua prelevata dal fiume Sesia, che fu mescolata assieme a quella proveniente dalle fonti di tutto il mondo. Avevo anche portato moltissima cancelleria in diverse scuole nei villaggi. Probabilmente queste azioni hanno convinto la giuria di Pordenone a scegliere il mio racconto, insieme ad altri 19 tra i 100 inviati, di cui 5 dal Piemonte».

Liza Binelli non ha vinto né targhe né premi in denaro, bensì la pubblicazione del suo reportage sulla rivista cartacea e online “Il momento” nell’inserto Omnibus che uscirà quest’estate. Il concorso indetto da Irse – Scopri Europa prevedeva anche una sezione per i giovanissimi under 20 che hanno effettuato viaggi all’estero grazie alle borse di studio. Tutti i finalisti prenderanno parte alla presentazione dei lavori il 29 febbraio nella cittadina friulana.

Qui sotto il racconto premiato:

Quando l’aereo sta per staccarsi da terra, dalla sacra terra di Bharat, ogni volta pensieri contrastanti si affollano nella mente, mentre vedo scorrere la pista. Toccherò ancora questo suolo? Quando? Dove? E, infine: “Grazie per avermi accolta, protetta ed ospitata”. L’India è una terra magica, affascinante, ma difficile se non sei una viaggiatrice esperta, ed io, non lo sono. Intanto poiché riesco ad andarci solo d’estate, quando fa un caldo insopportabile, che mi debilita e al rientro sono al limite delle forze. Poi perché temo mi possano capitare disgrazie di ogni sorta: incidenti aerei, attacchi terroristici. E allora perché ci vai, mi chiedono. Perché sono di fede indo-buddista, perché ogni volta sono in debito con qualche divinità, perché una volta respirata l’aria indiana ti entra dentro e ogni tanto ne hai bisogno di una boccata. Il mio terzo viaggio in Asia mi ha portata nel Tamil Nadu, l’estrema punta dell’India sul versante est che si affaccia sull’Oceano Indiano. Precisamente: Auroville. Un eco village che si estende su di una superficie enorme, tra foresta e oceano. Nata 50 anni fa accoglie chiunque decida di viverci e aprire un’attività: una guest house, un negozio, una “farm” o di lavorare in quelle già esistenti. Al centro di Auroville c’è il Matrimandir, una palla dorata di vetro e silicone. La visita è guidata e gratuita. Si parte dal Visitor center dove ti mostrano attraverso un filmato la storia del luogo, poi a bordo di un pulmino ti portano dove c’è questo simbolo, si è seguiti passo a passo nei giardini tra alberi secolari come bananyan e frangipane. È un’opera unica al mondo. Sotto la palla c’è una fontana interrata che degrada verso il basso, a forma di fiore con i gradini che costituiscono i suoi petali di un marmo bianchissimo su cui scorre l’acqua “dolcissimamente”. C’è un silenzio assordante e stranamente fa pure fresco. È richiesto il silenzio assoluto, tutto intorno è pulito, tranquillo, non ci sono mendicanti o il tipico traffico indiano. Poi si procede all’interno. La luce che filtra è soffusa color rosa, fucsia, arancione. Si arriva in una stanza circolare, tutta bianca, con alte colonne di marmo e ti fanno sdraiare su dei lenzuoli a meditare. E la volete sapere una cosa? Fa freddo. All’esterno la vita poi riprende con altri ritmi. Si cucina acquistando i prodotti locali, oppure si va alla scoperta di Pondicherry (un’ex colonia francese) o dei villaggi; in uno di questi ho svolto un po’ di volontariato in una scuola primaria, dove ho portato molta cancelleria, caramelle, giocattoli e abitini. Un altro motivo per cui sono stata ad Auroville è l’aver portato una bottiglia con l’acqua del fiume della mia città. Essa è stata versata in un’ampolla insieme all’acqua proveniente da altre 100 nazioni per focalizzare l’attenzione mondiale sull’importanza dell’oro blu.

Liza Binelli

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