Da alcuni consiglieri comunali di minoranza del Comune di Vercelli, riceviamo e pubblichiamo:
”In data 5 aprile 2020 abbiamo depositato un’istanza di sindacato ispettivo che potesse chiarire la situazione della Casa di Riposo di piazza Mazzini relativamente alla situazione di emergenza creata dalla pandemia COVID-19; le risposte, ricevute in data 8 maggio, non sono state completamente esaustive.
Il Sindaco, responsabile della salute dei cittadini e autorità sanitaria cittadina di riferimento nei casi di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, nel rispondere sottolinea innanzitutto la piena autonomia dell’Ente, nonostante il Sindaco stesso abbia provveduto in data 30/01/2020 a nominare quattro componenti del Consiglio di Amministrazione. Il quinto componente è nominato dalla Fondazione CRV. Ai sensi dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione “stabilisce le linee d’indirizzo e il programma delle attività” e si riunisce “ogni qualvolta lo richiedano motivi di urgenza”. Non risulterebbero comunicate delibere di indirizzo del Consiglio di Amministrazione in merito alla situazione di emergenza che si è venuta a creare.
Le interrogazioni erano orientate a fotografare la situazione della Casa di Riposo nel periodo compreso tra il 9 marzo e il 5 aprile, data in cui è stata depositata l’istanza.
Non vengono specificati né il numero né le date dei decessi relativamente al periodo richiesto ma viene prodotto il numero totale dei decessi degli assistiti dai primi di marzo a, probabilmente, un periodo compreso tra il 5 e il 7 maggio – come si può evincere dalle comunicazioni tra il Comune e la Direzione della Casa di Riposo.
Si conferma il primo caso di positività di un ospite al 14 marzo e si riferisce che i familiari degli ospiti non sono stati informati in merito.
Si apprende che nel corso del mese di marzo ci sono state quattro comunicazioni tra la Casa di Riposo e il Comune e che la prima è stata il 5 marzo, mentre le successive sono avvenute il 23 marzo, il 26 marzo e il 30 marzo. Si riferisce che nei giorni successivi a queste ultime “vi è stato un continuo e costante interessamento dell’Amministrazione”, senza riferire cosa sia stato fatto a seguito della prima comunicazione del 5 marzo, prima che ci fosse il primo caso di positività e nei giorni immediatamente successivi a quando si è palesato.
Si conferma che la struttura è stata chiusa e preclusa ai famigliari a partire dal 5 marzo e che fin dai giorni immediatamente successivi il personale dipendente è stato dotato di mascherine chirurgiche, senza precisare da quale giorno sono state fornite. A tal proposito, non viene prodotta documentazione in merito agli acquisti effettuati nei mesi di marzo ed aprile, richiamando la sola determina n° 59 del 03/05/2020, mentre sul sito della Casa di Riposo si può trovare la determina n° 053/020 del 23/03/2020, dove si prende atto “che occorre procedere alla fornitura di un congruo numero di dispositivi di protezione individuali – DPI, nello specifico mascherine chirurgiche, al fine di garantire la dotazione per il periodo aprile – maggio 2020”.
In merito alla disinfezione/pulizia degli indumenti da lavoro, si riferisce che viene eseguita da una lavanderia industriale esterna a partire dal mese di aprile; non viene fatta menzione di come venissero lavate/disinfettate le divise del personale prima di tale periodo e questo avvalora il comunicato del 23 marzo di una parte degli operatori che lamentavano di doversi lavare a domicilio gli indumenti da lavoro.
Apprendiamo poi che la prima sanificazione dell’intera struttura è stata eseguita nei giorni 26 27 e 28 marzo, quindi 12 giorni dopo la conferma della positività di un ospite al COVID-19.
Alla domanda se è stata garantita l’assistenza medica per il fine vita, si afferma che l’erogazione delle cure palliative residenziali avviene presso i reparti Hospice oppure a domicilio, dall’ASL competente per territorio. Considerato che l’Unità Operativa di Cure Palliative eroga regolarmente prestazioni di consulenza presso le RSA, sembra vi sia un po’ di confusione sulla definizione di cure palliative e gestione del fine vita. Le cure palliative, come da Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte del 14 ottobre 2002, n. 15-7336 costituiscono una serie di interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva e totale dei malati, la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. La gestione del fine vita è un trattamento sanitario al quale si può ricorrere per consentire a un paziente terminale di non soffrire più, una volta che tutte le altre possibili terapie si sono rivelate inefficaci. È un sollievo dai sintomi quali dolore, difficoltà a respirare, agitazione. Sedazione non significa eutanasia, significa dignità nella morte come diritto umano. Non è dato sapere se questo è stato garantito”
Michelangelo Catricalà – Movimento Cinque Stelle
Maura Forte – Partito Democratico
Carlo Nulli Rosso – Partito Democratico
SiAmo Vercelli
Alfonso Giorgio – Vercelli con Maura Forte





