La Corte d’Appello di Torino: “L’uso prolungato del cellulare può causare un tumore”

L’uso prolungato del telefono cellulare appoggiato all’orecchio può causare tumori alla testa. Lo sostiene una sentenza che farà scalpore, emessa oggi dalla Corte d’Appello del Tribunale di Torino, che ha confermato una sentenza di primo grado emessa nel 2017, sul caso sollevato da un dipendente Telecom Italia colpito da neurinoma del nervo acustico.

La scorsa estate un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, assieme ad Arpa Piemonte, Enea e Cnr-Irea non aveva dato conferme di collegamenti tra l’aumento di neoplasie e l’uso del cellulare.

La Corte d’Appello di Torino però si è espressa diversamente. Così l’Inail pagherà una rendita vitalizia alla vittima. La sentenza della Corte d’Appello di Torino condanna infatti l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale al lavoratore che aveva fatto ricorso. Per i giudici “c’è un nesso con l’utilizzo frequente del telefono da parte del lavoratore: anche quattro o cinque ore al giorno”.

“Una sentenza storica, come lo era stata quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore e l’uso del cellulare”, spiegano gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio. “La nostra è una battaglia di sensibilizzazione. Manca informazione, eppure è una questione che interessa la salute dei cittadini. Basta usare il cellulare 30 minuti al giorno per otto anni per essere a rischio”.

“Servirebbe un’etichetta sui rischi per la salute messa sulle scatole dei cellulari – commenta Romeo – bisognerebbe scrivere: ‘Se non usato correttamente, nuoce gravemente alla salute’. Ecco cosa servirebbe. La sentenza di oggi contribuisce all’informazione sul tema e la questione riguarda anche i bambini, che sempre più utilizzano i cellulari. Lo Stato non sta informando abbastanza, anzi”.

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