“Un risultato importante, frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni e che ci auguriamo prosegua anche in futuro”. Così il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha commentato le conclusioni dell’inchiesta della Commissione europea sulle importazioni dai PMA (Cambogia e Myanmar), in base alle quali proporrà al voto dei 28 Paesi l’applicazione della clausola di salvaguardia a tutela della filiera risicola europea.
La Commissione ha dovuto prendere atto dell’esistenza di un danno reale provocato al riso europeo dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar ed è disponibile dunque a revocare dal 2019, per tre anni, le esenzioni dai dazi per questi Paesi, proponendo di applicare una tariffa doganale pari a 175 €/ton per il primo anno ed in misura ridotta per il secondo e terzo anno.
Confagricoltura “che ha avuto un ruolo fondamentale nella battaglia sindacale, sostenendola in ogni fase, in collaborazione con l’Ente Risi” richiama l’attenzione sul livello effettivo delle tariffe doganali che si intenderà ripristinare. “Ci sono infatti tutte le condizioni – sostiene l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – perché le tariffe doganali rimangano inalterate per i prossimi tre anni”.
Confagricoltura ricorda che l’Italia è il principale Paese produttore di riso dell’Unione Europea (il Piemonte la prima regione) e da alcuni anni sta subendo le conseguenze di un massiccio aumento delle importazioni, in particolare quelle provenienti dall’area asiatica con specifico riferimento a Myanmar e Cambogia. “Nei mesi scorsi risultava che circa il 70% del riso importato nella UE non paga tariffe doganali e l’aumento delle esportazioni verso la UE in pochi anni ha portato il Myanmar ad occupare la seconda posizione in termini di quantità come fornitore di riso dell’Europa dopo l’India, superando, quindi, la Cambogia che occupa il quarto posto dopo la Tailandia. La Birmania, inoltre, è il quinto fornitore di riso europeo per valore, preceduta da India, Tailandia, Cambogia e Pakistan e risulta, peraltro, avere un notevole ulteriore potenziale di esportazione. Questo aumento di offerta ha condizionato in termini negativi anche i prezzi del riso nel mercato italiano.”
L’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero ha aggiunto: “Sono confortanti le notizie che vengono da Bruxelles, secondo cui la Commissione europea avrebbe dato ragione alle richieste di applicazione della clausola di salvaguardia sul riso importato da Myanmar e Cambogia avanzate dal governo Gentiloni, e si appresterebbe a ripristinare i dazi sul riso importato. E’ confortante perché ristabilirebbe un giusto equilibrio nei confronti di un riso importato a un prezzo bassissimo e senza alcuna garanzia sulla compatibilità ambientale delle produzioni e sulla loro compatibilità sociale, con particolare riferimento al rispetto dei diritti umani in quei paesi. Verrebbe così data una opportunità di mercato in più al riso piemontese”.
“Il futuro del nostro riso è comunque legato alla sua valorizzazione – conclude Ferrero -: penso alla valorizzazione del territorio con l’etichettatura europea sul paese di origine; alla promozione della qualità in tutte le sue forme, dal metodo di coltivazione alle varietà, fino agli aspetti gastronomici; non ultima, l’unicità della risaia piemontese, del suo territorio e del suo paesaggio, delle inimitabili infrastrutture irrigue, della sua storia e della sua cultura”.