Jonathan Bergamasco nobilita il Montenegro

Cannella, chiodi di garofano e noce moscata per la parte dolce; arancia disidratata, amara e dolce per quella agrumata; maggiorana, origano, semi di coriandolo e miscela di quattro artemisie per quella amara ed erbacea. Sono gli ingredienti principali di uno degli amari più conosciuti, complice anche un’azzeccata e duratura campagna pubblicitaria il cui slogan è ormai entrato a fare parte dei modi di dire comuni: “sapore vero”. Stiamo parlando ovviamente del Montenegro.

I più lo bevono come digestivo a fine pranzo, ma da qualche tempo a questa parte il Montenegro (al pari di tanti altri liquori) è diventato ingrediente base per i cocktail. Qui entra in gioco Jonathan Bergamasco, bartender del Caffè Imperiale di Luca Impellizzeri, uno che è destinato a fare molta strada nel suo campo. Primo perché conosce la materia che tratta, secondo perché quella stessa materia non smette mai di studiarla. È in questo modo che si creano le eccellenze.

Qualche soddisfazione se l’è già tolta. Ultima in ordine di tempo, essere stato tra i cinque finalisti di “Strega Mixology” dove ha presentato la sua creazione “Ancora una volta” durante la serata di consegna del celebre premio letterario a Roma. Poi è notizia di questi giorni la convocazione al Baritalia Lab 2018 di Rimini il 24 settembre. Senza tralasciare “Il bacio traditore” con cui è arrivato terzo alla Campari Barman Competition.

Ma è il Montenegro la prossima sfida di Jonathan che è stato selezionato, lui e altri diciannove colleghi italiani, per partecipare alla finale di “The Vero Bartender”. Si tratta di una cocktail competition in cui bisogna creare un Twist on Classic (rivisitazione d’autore di ricette di cocktail più o meno famosi) a base di Montenegro. Nella fattispecie due sono le linee guida: scegliere tra le erbe della ricetta originale e utilizzare una tecnica culinaria.

Per l’occasione Jonathan ha creato il Monte 85, ispirato al classico della miscelazione French 75. «Ho scelto la categoria sparkling (cocktail che hanno come componente principale le bollicine ndr) per dare un tocco frizzante e divertente a Montenegro, abbinandolo a un Franciacorta che ne esalta gli aromi. Ho bilanciato con del Genepì per alzare leggermente il grado alcolico e dare una spinta in più a Montenegro che ha come botanica in comune l’artemisia. Ho poi realizzato uno sherbet (bevanda tipica mediorientale composta da frutta o petali ndr) d’arancia sottovuoto per la nota agrumata e ho vaporizzato con essenza di menta che lega con la cannella e la noce moscata del noto Amaro», ci spiega Jonathan che, mentre è al tavolo di lavoro, in contemporanea ci racconta la storia dell’Amaro Montenegro e di come è arrivato a concepire la sua ricetta.

Il risultato è “particolare” per il palato: emerge immediatamente l’arancia che poi sfuma nell’amaro grazie al Genepì. Subito dopo esplodono in bocca gli aromi familiari del Montenegro. In sintesi potremmo definire il cocktail un Montenegro destrutturato che prima isola i sapori e poi li riassembla gradatamente. Il tutto vivacizzato dalle bollicine Franciacorta che costringono a mantenere la soglia del gusto piuttosto alta.

Ora Jonathan dovrà preparare il suo Monte 85 davanti ai Giudici alla Live Audition del 17 settembre a Milano per sperare di entrare nella lista dei nove finalisti. In caso di vittoria sfiderà altri nove concorrenti alla finale di Bologna del 27 novembre. In quel caso dovrà dare prova non solo della sua abilità di bartender, ma dovrà sfoggiare anche il suo inglese. Tra le due prove quella che lo spaventa di più è senz’altro la seconda. La prima sa di poterla superare a occhi chiusi.

Massimiliano Muraro

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