Il pianismo trascendentale di David Irimescu, “Premio Maria Cerruti 2024”

In ventisette anni di Viotti Festival e degli innumerevoli eventi fuori Festival, la Camerata Ducale ha fatto conoscere centinaia di pianisti, tutti bravi, spesso super bravi, talvolta fenomenali. E, in quest’ultima categoria possiamo includere David Irimescu, pianista italiano di origine rumena, che questo pomeriggio ha incantato il pubblico radunato nel cortile dell’Alciati del Museo Leone con il secondo concerto “Sunrise”” in onore di e nel ricordo di Maria Cerruti Vercellotti.

Vincitore di ventisei premi in concorsi nazionali e internazionali, tra i quali l’unico talent italiano dedicato alla musica classica, l’”Amadeus Factory”, fin da giovanissimo Irimescu era lanciato verso una carriera semplicemente straordinaria con scritture in ogni parte del mondo, quando, all’improvviso, una malattia improvvisa e invalidante, una grave infiammazione tendinea,  lo ha colpito costringendolo a interrompere la carriera per ben quattro anni.

Per molti giovani musicisti sarebbe stata la fine di ogni velleità in campo artistico. Ma non per Irimescu che con uno straordinario percorso riabilitativo, in gran parte basato oltre che sulle cure mediche, su una profonda riflessione personale, olistica (corpo, mente e spirito) in cui ha curato il suo corpo anche studiando la corretta postura per l’esecuzione, è rinato.

E adesso è tornato, non alla grande, ma alla grandissima. Oggi il pubblico ha percepito non solo il virtuoso dalla tecnica strabiliante, ma l’approccio alla singola nota con i tasti che sembravano pigiati dall’anima. Se in Schumann è stato bravissimo e convincente, in Chopin (dove ha infilato un Notturno in più, rispetto al già impegnativo programma) è sembrato irreale. E poi, la spontaneità, l’empatia con cui ha introdotto le musiche hanno ulteriormente rapito il pubblico, che non avrebbe più smesso di applaudire. Lui ha ricambiato con quello che non ha definito “bis”, ma un “regalo”: un deliziosa “pittura” (la definizione è stata sempre sua) giapponese.

Anche chi non c’era può solo immaginare la felicità di Franco Vercellotti nel consegnare al pianista venticinquenne il premio “Sunrise” dedicato alla sua Mariuccia: sotto lo sguardo raggiante e commosso di Cristina Canziani si sono incontrare entrando in immediata sintonia due sensibilità davvero rare.

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