Il Giovenone ritrovato

Il 10 marzo prossimo sarà un giorno importante per il Museo Borgogna. Le sue collezioni si arricchiranno infatti di un’opera dal valore storico-artistico inestimabile: la pala d’altare di Gerolamo Giovenone che raffigura “L’Adorazione del Bambino con i santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova”. Prima, da mercoledì 7 a domenica 25 febbraio, l’opera d’arte verrà esposta alla Pinacoteca Albertina di Torino, dove sarà al centro di un percorso tematico che condurrà i visitatori attraverso un confronto serrato con dipinti e disegni di Giovanni Martino Spanzotti, Defendente Ferrari, Gaudenzio Ferrari, Bernardino Lanino e delle loro rispettive botteghe, oltre che di Giovenone stesso, presente anche con una “Madonna col Bambino”, realizzata seguendo un modello di Raffaello, che «rivela quanto la maniera moderna elaborata nella bottega gaudenziana, rimanesse come un’irrinunciabile fonte stilistica ed iconografica ancora negli anni settanta del Cinquecento, in piena Controriforma».

L’Adorazione è stata acquisita da Banca Patrimoni Sella & C., che ne ha finanziato un accurato restauro dopo averla ritrovata in un circuito privato. Raffigura un soggetto classico della pittura sacra, molto simile peraltro a una tavola segnalata nel catalogo della Fondazione Zeri dove la Sacra Famiglia in primo piano è identica, mentre santi presenti sono Francesco d’Assisi e Apollonia (http://bit.ly/2DSnKmG). In quel caso l’attribuzione è da spartirsi tra Giovenone, come ha ipotizzato Roberto Longhi, e Lanino.

Autore certo invece per la pala che tra poco più di un mese troverà la sua collocazione permanente al Borgogna che di Giovenone possiede già un trittico con Madonna e san Giuseppe adoranti Gesù Bambino e ai lati san Michele e san Gerolamo in preghiera davanti al crocifisso. Anche il museo vercellese ha in programma una mostra che ospiterà tutti i materiali e gli approfondimenti diagnostici e di restauro dell’Adorazione. Attorno a essa il consueto corollario di incontri per il pubblico, per gli studenti delle scuole e laboratori didattici.

«Figlio del maestro di legname Amedeo e di Guencina de Rotario, nacque in data che non può essere fissata in modo certo, ma si può congetturare intorno al 1490. Fu l’esponente di maggiore rilievo della famiglia, per almeno tre generazioni al centro delle vicende legate alle arti figurative a Vercelli», come si può leggere nella dettagliata biografia compilata da Simone Baiocco per il Dizionario Biografico Treccani (http://bit.ly/2EzKN2L), Gerolamo Giovenone realizzò la pala alla fine degli anni ’30 del XVI secolo, vale a dire nel pieno periodo della sua maturità, quando aveva ormai assimilato pienamente il Rinascimento, in special modo quello lombardo.

Stilisticamente “L’Adorazione del Bambino con i santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova” è prova evidente della collaborazione di Giovenone con Bernardino Lanino il quale a sua volta aveva attinto spunti interessanti osservando di Gerolamo la pala dei Confratelli di Sant’Ambrogio, ma è anche una testimonianza della penetrazione del linguaggio lombardo in area piemontese, come si può notare dal disegno e dal colorito dei personaggi che affollano la scena e dalla composizione della scena stessa, una mediazione manieristica dei paesaggi leonardeschi.

Aspetti che si potranno vedere da vicino a partire dal 10 marzo al Borgogna, altrimenti alla Pinacoteca Albertina dal 7 al 25 febbraio. Non dimentichiamo infine che l’opera di Gerolamo Giovenone costituirà un prezioso termine di paragone con la grande mostra dedicata a Gaudenzio Ferrari che aprirà i battenti il 23 marzo nelle sedi di Vercelli, Varallo e Novara. Un momento unico per riscoprire la pittura del 1500 in un territorio che ha dato alla storia dell’arte dei contributi decisivi per il suo sviluppo e la sua emancipazione linguistica.

Massimiliano Muraro

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