Giordano (Ordine dei medici): “Assurdo non vaccinarsi e sfruttiamo la chance delle monoclocali”

Il Virus si sta purtroppo riprendendo, anche nel nostro Paese, seppur in forma assai meno evidente rispetto a tante nazioni vicine. Oggi la provincia Vercelli ha quasi triplicato l numero dei contagiati (che però non significa ammalati) rispetto ai dati degli ultimi giorni, arrivando a quota quaranta. Ma se tutto ciò non porta, per fortuna, ad un aumento proporzionale dei ricoverati in ospedale (che continuano ad essere poche unità) il merito è tutto dei vaccini. Di qui il sollecito del presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Germano Giordano, che è pure Direttore del Distretto che si occupa della medicina territoriale dell’Asl, a vaccinarsi.

”Sinceramente – dice il dottor Giordano – non mi spiego i dubbi della gente. I vaccini stanno contenendo in Italia la cosiddetta ondata del Virus che invece sta mietendo nuove e tante vittime nei Paesi dove la percentuale dei vaccinati è assai bassa rispetto a quella del nostro Paese. Arrampicarsi sugli specchi dei pregiudizi è sintomo di poca cultura e di scarso rispetto verso la salute del tuo prossimo. E se ciò è assolutamente incomprensibile da parte della gente comune, è addirittura intollerabile da parte di un medico. Per fortuna i colleghi no vax nella  nostra provincia sono davvero pochi, ed io proprio poche ore fa ho ricevuto dall’Asl il loro ristretto elenco. Non potrò fare altro che adottare nei loro confronti il provvedimento di sospensione: vale a dire che non potranno più esercitare la professione medica, fino a quando non decideranno di vaccinarsi. E’ una misura drastica che verrà immediatamente revocata qualora decidessero di sottoporsi alla vaccinazione. Ma, ripeto, per fortuna, questi medici di cui non conosco ancora i nomi (questa intervista è stata rilasciata a TgVercelli venerdì mattina, ndr) si contano sulla dita di una mano: nella nostra Asl, tra medici e odontoiatri, all’Ordine sono iscritte novecento persone”.

Dunque dottor Giordano, la soluzione sono i vaccini…

”Sì, non ce ne sono altre, per proteggersi dal Covid, per prevenirlo, per avere effetti molto contenuti, nella maggioranza dei casi addirittura trascurabili, in caso di infezione, ma poi ci sono altri strumenti in appoggio – non alternativi – ai vaccini, che vanno assolutamente conosciuti soprattutto da parte di noi medici, per essere utilizzati a favore dei nostri assistiti. Ad esempio, l’ospedale di Vercelli, che grazie al dottor Sergio Borrè, vanta una delle Infettivologie più avanzate d’Italia, anche nella lotta anti-Covid, ha messo a punto la cosiddetta terapia delle monoclocali. Un paziente che viene colpito dal Covid e che ha determinate patologie che potrebbero favorire un aggravamento dello stato di salute, può essere indirizzato, ma nelle primissime ore in cui viene accertato il contagio, alle Malattie Infettive per essere sottoposto ad un’endovena con flebo a rilascio ritardato di monoclonali: questi farmaci bloccano il Virus a livello delle vie respiratorie superiori, impedendogli di raggiungere i polmoni. Proprio nelle scorse ore ho chiesto al dottor Borrè di predisporre un protocollo su questa terapia che provvederò a trasmettere a tutti i medici. Attenzione, però: questa terapia non è applicabile a tutte le persone colpite dal Covid. Ricevuto il protocollo starà ai medici mettersi in contatto con l’équipe del dottor Borrè, affrontando caso per caso”.

Ricapitolando, si tratta di una cura non alternativa ai vaccini, cui va sottoposto, nelle prime ore dell’infezione, un contagiato con sintomi non gravi che presenti altre patologie pericolose. Ma non è un’alternativa ai vaccini.

”Assolutamente no, ma è una strada da esplorare, anche tenendo conto del fatto che il dottor Borrè sta sperimentando, ripeto, sperimentando, la possibilità di applicare la cura delle monoclocali non più con una flebo, che, pur durando poco, deve per forza essere fatta in ospedale (dopodiché il paziente torna subito a casa), ma addirittura con una semplice iniezione intramuscolare che può essere fatta a domicilio dal medico di famiglia. Quando, e se, avremo questa possibilità, segneremo un’altra tappa importante nella strategia anti-Covid. Ma ripeto, la prima cosa da fare è vaccinarci tutti. Non mi spiego chi continua a non volerlo fare: basterebbe mettere a confronti i dati dei ricoveri e delle terapie intensive di un anno fa, quando ancora il vaccino non c’era, rispetto agli attuali per decidersi”.

A proposito di vaccini, presumo che lei consigli caldamente anche quello anti-influenzale.

”Certamente, specie in questo periodo di Covid. E qui vorrei fare una riflessione. Spesso, quando si confrontano Covid e influenza, si dice di questi tempi, un conto è il Coronavirus altro conto una banale influenza. Ma attenzione, l’influenza è tutt’altro che banale. Ogni anno, prima del Covid, morivano migliaia di persone per complicazioni influenzali. Gli anziani, i soggetti a rischio devono cautelarsi ulteriormente facendo anche questo vaccino che è già disponibile e di cui molti colleghi stanno già programmando la somministrazione. E dirò di più: i soggetti a rischio elevato dovrebbero fare anche il vaccino anti-pneumococcico. Una solo dose può metterli al riparo per sempre da complicazioni legate a questo batterio micidiale, responsabili delle polmoniti”.

Secondo lei, i medici, soprattutto quello di famiglia, hanno fatto a sufficienza per condurre la battaglia a favore del vaccino anti-Covid?

”Hanno fatto moltissimo e i dati parlano a loro favore: se l’Italia è il Paese europeo che sta affrontando meglio, grazie ai vaccini, quella che si sta presentando come una quarta ondata, il merito è in gran parte dei medici che hanno spiegato, consigliato, perorato i vaccini, sciogliendo molti dubbi, anche seri, da parte dei loro assistiti. Vedete, questa pandemia, questo Virus sono una faccenda estremamente seria, mai noi medici l’abbiamo affrontata, senza paura, ma con rispetto per la malattia, senza trascurarne gli effetti esiziali. Io ho fatto così. Dopo essermi vaccinato, ho consigliato a tutti i miei assistiti di farlo, ho vaccinato tutta la mia famiglia e ho continuato a rispettare tutte le misure di protezione: mascherine, distanziamento, igiene delle mani, areazione dei locali. Tutti dobbiamo sentirci responsabili, e utilizzare gli strumenti che la Scienza ci mette a disposizione per mettere in sicurezza noi stessi e il prossimo. Auspico che tutti i bivaccinati possano fare presto la terza dose, e soprattutto che gli scettici facciano la prima. Solo così potremo proteggerci tutti e uscire finalmente e definitivamente dall’incubo”

Edm

 

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5 Commenti

  1. Abbiamo imparato che le monoclonali (e, supporrei, le numerose cure alternative praticate con successo da tanti medici di famiglia italiani, pur se senza l’imprimatur di bill gates).. le monoclonali curano bene il “famigerato” covid ma non sono “un’alternativa al vaccino”. Per difetto di nascita?!!! Resto in attesa di conoscere il nome, la diagnosi e magari l’autopsia di un solo deceduto per covid delle ultime settimane, magari di due parole dei medici sull’andamento della@ “malattia” di tali persone scomparse. Poi scopriamo che tanti medici non si vogliono vaccinare. Forse Giordano, “preso” dal suo ruolo ufficiale, o dalla passione che lo anima, dimentica che i medici hanno studiato tanto come lui e se ve ne sono di contrari alla punturina sono più di altri in grado di farlo a ragion veduta, oltre che esprimere implicitamente un punto di vista SULL’ARTE medica, un parere.. per ragioni mediche applicate a LORO-STESSI nell’ambito del diritto costituzionale della libertà di cura…avranno visto le reazioni avverse dei loro o di altri pazienti, magari non leggono solo Repubblica o la Stampa il Corriere … in definitiva, non ci tengono a sfruttar3 l’ultima “corsa” per diventare Eroi. Ne abbiamo già tanti!

  2. .. poi, l’11 novembre .. abbiamo visto da/che
    ” Francesco Le Foche. L’immunologo, docente all’Università Roma la Sapienza, .. argomenta l’esperto. “Senza contare che potrebbero arrivare nuove varianti, perché questo è un virus che tende a replicare molto – spiega l’immunologo – E se alcune di queste repliche diventano varianti, allora rischiamo che in futuro il vaccino potrebbe non proteggerci”.Come fare? “Le vaccinazioni fermano queste repliche e per questo è importante continuare con” le terze dosi e la campagna vaccinale dei richiami, spiega Le Foche.
    IN SINTESI: BISOGNA FARE LA TERZA DOSE PERCHE’ NON SERIVIRA’ A NULLA
    E POI FAREMO LA QUARTA
    A DIRLO NON POTEVA CHE ESSERE UN LE FOCHE, UNO DEI TANTI .. COSA DIRA’? .. COME FARà A TROVARE UNA SCAPPATOIA IL LE FOCHE A DICEMBRE??… NON SAPREI MA DI CERTO CONTINUERA’ A CERCAR DI TERRORIZZARE NOI PINGUINI
    https://www.youtube.com/watch?v=-O7x5NvfZeU

  3. Senza contare che il “vaccino” non “ferma” ma crea nuove “varianti”… proprio il contrario.. l’esperto pinnipede era distratto per via dalla’intervista con intenso lancio di corpi ittici.

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