Frasi razziste, agitazione al magazzino MaxiDì

Vi sarebbero anche delle frasi a sfondo razzista verso i lavoratori di ManHandWork in scadenza di contratto, la causa dell’agitazione dei lavoratori annunciata dai sindacati al magazzino MaxiDì di Larizzate. Parole che sarebbero state rivolte ai 30-40 magazzinieri, molti di colore, cui oggi scade il contratto a tempo determinato. Sono stati Fisascat-Cisl e Filcams-Cgil a proclamare lo stato di agiatzione. Sono 200 i lavoratori della ditta che a luglio era subentrata ad Alma spa nella gestione del magazzino.

 

Ieri c’è stata anche un’assemblea tra lavoratori e rappresentanti di Fisascat-Cisl, che inizialmente avevano proclamato una giornata di sciopero insieme all’altro sindacato, salvo poi revocarla.

 

C’è poi la questione degli spostamenti di reparto «a piacimento» di alcuni magazzinieri senza informare i sindacati, «e minacce da parte dell’amministratore unico di ManHandWork, Marco Covarelli -continua Trinchitella – verso chi ha esposto l’avviso dello stato di agitazione».

Secondo il rappresentante di Fisascat le pesanti dichiarazioni avrebbero instaurato «un clima di terrore» all’interno del magazzino, con episodi «di cui – spiega Luca Trinchitella, segretario Fisascat Cisl, insieme ad alcuni lavoratori – la proprietà Brendolan è a conoscenza». A tutto ciò si aggiunge l’attesa di tfr, tredicesima e parte di quattordicesima da Alma. Insomma la denuncia dei sidndacati è pesante.

L’amministratore unico di ManHandWork, Marco Covarelli, si dice «sbalordito dalle pesanti accuse, del tutto infondate, in particolare quelle sul razzismo. Ben il 76% dei dipendenti a tempo determinato sono extracomunitari, e su 11 nuovi tempi indeterminati 9 sono extracomunitari. Le minacce ai firmatari dell’avviso sono una falsità, che non corrisponde ai metodi di lavoro dei nostri responsabili, che intendiamo tutelare da affermazioni diffamatorie. Nel caso agiremo nelle opportune sedi legali».

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