Il nuovo fantastico libro dei quattro moschettieri vercellesi: Bertinetti, Bertolazzi, Fonsato e Tacchini

Da sinistra Tacchini, Fonsato e Bertolazzi

 

Vercelli – I quattro moschettieri vercellesi che già avevano regalato all’editoria sportiva quel capolavoro dei 100 Momenti Magici del calcio si sono ripetuti, confezionando un altro gioiello: “I 100 Momento Magici delle Olimpiadi”. I quattro moschettieri, di cui Vercelli dev’essere orgogliosa sono l’editore ed ex campione di spada Marcello “Cito” Bertinetti ed i giornalisti Alberto Bertolazzi, Stefano Fonsato e Alex Tacchini.

Con le immagini semplicemente straordinarie scovate da quel genio della fotografia che è Bertinetti e con testi acconci dei tre giornalisti, è uscito un prodotto di classe, in grado di conquistare, divertire e commuovere tutti coloro che amano lo sport, il vero sport. 

A nobilitare ulteriormente l’opera (in edizione di super lusso, ma ad un prezzo abbordabile: 35 euro) le prefazioni di stelle di vera grandezza nel panorama olimpico di ogni tempo: Livio Berruti, Jury Chechi, Alberto Cova, Piero Gros e Valentina Vezzali. Per le edizioni “Nuinui” di Bertinetti, un ulteriore motivo di orgoglio.

Le cento storie raccontate sono una gioia per il cuore di chi (come me) segue le Olimpiadi Fiom da bambino. Ovviamente si parte con la sconfitta leggendaria, tra le primissime cronache, di Dorando Pietri, battuto a Londra nel 1908 solo da una giuria senza cuore più che dall’americano Johnny Hays. E i tre autori ricordano che pochi mesi dopo, Pietri ebbe ragione dell’avversario in una rivincita “testa a testa” che fece epoca proprio negli Usa.

Questo però non è che l’incipit di un libro grandioso, che da ogni Olimpiade, estiva e invernale, trae spunti epici, teneri, esaltanti, educativi. Così scopriamo che a Stoccolma nel 1912 il re del decathlon Jim Thorpe vince pur gareggiando con scarpe di fortuna (di numero diverso) scovate nell’immondizia perché gli avevano rubato le sue. Poi celebriamo i quattro titoli olimpici consecutivi (impresa irripetibile nell’atletica) del discobolo Al Oerter, che vince a Tokyo il terzo oro, nel ‘64, pur con una costola incrinata (e come fai a lanciare il disco più avanti di tutti gli altri con una costola incrinata? Fai perché sei Al Orter) e l’impresa del nostro Livio a Roma. E quindi la battaglia sanguinosa (ma letteralmente) nella vasca della pallanuoto tra Ungheria e URSS a Melbourne, poi i quattro ori del “figlio del vento” Carl Lewis a Los Angeles ‘84 ad eguagliare quelli del connazionale Jesse Owens nel ‘36 a Berlino.

L’editore Cito Bertinetti

E poi tante altre storie mai prima raccontate come quella del distacco record inflitto in una libera femminile della combinata dalla tedesca Christil Cranz alla seconda classificata ai Giochi del 1936 a Garmisch Partenkirchen: ventun secondi e tre decimi (sì avete letto bene). Troviamo quindi la resa del più grande giocatore nella storia dell’hockey su ghiaccio, il canadese Wayne Gretzky, che a Nagano ‘88, si deve arrendere di fronte al portiere ceco Dominik Hasek, che gli sbarra la strada, in semifinale, verso quell’oro che tutti avevano pronosticato.

E poi c’è la storia più incredibile di tutte: quella dell’arciere praticamente cieco Im Dong-Hyun che a Londra fa il record del mondo e arriva al bronzo.

Non sono che alcuni “assaggi” che vi proponiamo di un menù sontuoso. Quello dei quattro moschettieri vercellesi è, in ambito sportivo, il libro dell’anno. Compratelo e gustatelo. In copertina, il “mito” degli Anni Duemila: Usain Bolt.

Edm

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. I have read some excellent stuff here. Certainly worth bookmarking for revisiting.
    I surprise how much attempt you place to create such a magnificent informative
    weeb site.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here