Ennesimo appello di Fossale: “Se avete la febbre telefonate al medico non andate in ambulatorio”

Vercelli – La notizia che un valesiano, che probabilmente aveva abituali frequentazioni con la Lombardia, è  ricoverato in terapia intensiva nella Rianimazione del Sant’Andrea di Vercelli sta suscitando ovviamente molta apprensione nella nostra provincia. Tuttavia per recuperare un po’ di doverosa e corretta informazione, e per risuggerire le norme di precauzione elementari che ciascuno di noi deve seguire nelle prossime giornate che non saranno senz’altro facili, due medici conosciuti e autorevoli come il Presidente dell’Ordine e Pier Giorgio Fossale, e Alessandro Stecco, che è anche consigliere regionale, stanno proprio in questo momento fornendo indicazioni preziosi. 

Fossale ricorda che per nessuno motivo una persona che abbia la febbre deve recarsi nell’ambulatorio del proprio medico di famiglia, senza avergli prima telefonato, sottoponendosi così al cosiddetto “triage”. Il rischio è di contagiare il medico e quindi gli altri assistiti con conseguenze irreparabili. “L’ho già detto e continuamente ripetuto – dice Fossale – telefonate e se non rispondiamo perché siamo impegnati riprovate, richiameremo, e quando non siamo in servizio, la sera e nei weekend, chiamate la Guardia medica o i numeri verdi della Regione. Ma a nessuno venga in mente, con la febbre, di andare direttamente in ambulatorio o al Pronto soccorso: in gran parte dei casi può essere assolutamente inutile, in alcuni casi pericoloso”. Un’altra accortezza che sarà indispensabile osservare è quella di non andare dal proprio medico in questi giorni per ricette rinnovabli, per malanni trascurabili. Anche qui una semplice telefonata può essere più che sufficiente.

Tanta gente poi si domanda se tutti i 49 casi sospetti, compreso l’ultimo di Vercelli, saranno poi e quando confermati dall’Istituto Superiore di Sanità e che differenza ci sia tra le analisi del prino tampone e quelle definitive dell’Iss. “Il primo tampone – spiega Fossale – è di alta sensibilità, ma di bassa specificità. Mi spiego: il primo può risultare positivo al Coronavirus, ma anche a tanti altri altri virus che in questo momento stanno circolando in Italia. Il secondo individua senza errori la presenza del Covid-19”. Lo ribadisce Alessandro Stecco, che aggiunge, quindi, per tranquillizzare la popolazione: “Prima o poi doveva capitare, in una situazione comunque migliore rispetto ad altre Regioni, abbiamo da oggi un paziente ricoverato nel nostro ospedale , proveniente dalla nostra provincia.L’ospedale è attrezzato e abbiamo tra i migliori medici ed infermieri del nostro Piemonte”.

E a questo proposito, a chi incomincia ad allarmarsi, in modo assurdo, perché, un “sospetto” (per ora) paziente è stato ricoverato al Sant’Andrea per il Covid-19, ricordiamo che è entrato attraverso un percorso studiato e assolutamente isolato da tutto il resto della struttura e che è quindi assurdo aver paura di entrare oggi nell’ospedale di Vercelli, di esservi ricoverato, di poter andare a trovare (nei pochi minuti concessi in questi giorni) i nostri degenti.

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