DIVERGENZE 88 – Una “ghost star” all’Appia Run

Si disputa oggi, a Roma, la XX edizione della “Appia Run”, l’ormai celebre maratonina di 13 chilometri che si corre nella capitale. Edizione che poteva passare alla storia perché sarebbe stata la prima corsa di ogni tempo aperta anche ad uno spirito. Sì, avete capito bene, ad uno spirito perché inopinatamente sul sito del Comune di Roma era apparsa la notizia della partecipazione come “guest star” –  ma forse volevano scrivere “ghost star” – di Abebe Bikila, il leggendario keniano che, secondo il sito capitolino, avrebbe addirittura gareggiato con gli altri partecipanti pur alla veneranda età di 86 anni.

Purtroppo il biolimpionico della Maratona (vinse a Roma nel ‘60 e quattro anni dopo a Tokyo: impresa riuscita solo ad un altro atleta, ma con polemiche non ancora sopite sul doping, il tedesco dell’Est Waldemar Cierpinski) dovrà dare forfait e con una giustificazione più che solida: è morto 45 anni fa.

Il rapporto tra Campidoglio e Olimpiadi è sempre più difficile, dopo la geniale decisione della sindaca Raggi di dire “no grazie” ai Giochi: record, questo, che, a nostro avviso, resterà ineguagliabile nella Storia tout court del mondo, non solo sportiva.

Se, pure in forma astrale, Bikila riuscisse oggi ad essere presente, forse riuscirebbe a trasmettere alla Raggi il significato unico delle Olimpiadi nella Città Eterna: l’immagine di quell’atleta mingherlino e scalzo che taglia il traguardo, di sera, sulla via Appia nei pressi dell’Arco di Costantino si è impressa nella mente e nel cuore di tutti coloro che sanno o almeno si sforzano di immaginare che cosa possono rappresentare le Olimpiadi per una Nazione. Purtroppo c’è chi non si sforza – nemmeno dopo l’inversione a U del “vate” genovese sui Cinque Cerchi –  di chiedere scusa all’Italia.

 

Enrico De Maria

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