In questi giorni, sui social sta montando una rabbia sempre più forte verso il crudele idiota che ha sparato alla gattina Kylie di Caresanablot, costringendo i proprietari a sopprimerla perché non si sarebbe purtroppo più ripresa dalle ferite riportate: il piccolo proiettile le aveva lesionato irreparabilmente la colonna vertebrale e per Kylei non c’è stato più niente dare fare.
L’augurio di tutti è che il deficiente che ha fatto questo venga individuato, denunciato, processato e dunque condannato ai sensi dell’articolo 544 bis del codice penale che recita così: “Chiunque per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”.
Qui ci permettiamo di invocare una pena accessoria. Questa pena. E cioè che il responsabile venga costretto, durante tutto il periodo della condanna (che noi ci auguriamo prossima al massimo e cioè due anni), visto che non andrà in galera, a svegliarsi tutti i giorni, weekend compresi, tre ore prima di andare al lavoro, o a scuola (si capirà quando lo scopriranno, e siamo certi che prima o poi accadrà) per accudire gli animali dei gattili o dei canile del circondario. Dopodiché potrà andare al lavoro o a scuola. Qualora risultasse che, invece, si tratta di un disoccupato, che sia costretto a prestare la sua opera, del tutto gratuita, per otto ore al giorno in queste strutture che accolgono gli animali.
Certo, sui social qualcuno (in molti) sta suggerendo altre soluzioni, assai più drastiche, ma per ora la legge è questa e dobbiamo tenerne conto. Tuttavia, una pena accessoria siffatta sarebbe, noi pensiamo, esemplarmente educativa ed efficace.
Enrico De Maria





