DIVERGENZE 101 – Che gioia i sold out per Alessandro Barbero

 

Mia mamma aveva conseguito, con orgoglio, la licenza elementare circa 80 anni fa e, fino a quando è stata bene, leggeva, si informava, faceva le parole crociate e scriveva “lui ha mangiato al ristorante” e “ho parlato ai miei amici”. Non “a mangiato” oppure “hai miei amici”.

Eppure oggi il Web è inondato da gente che, pur avendo preso non solo la licenza elementare, ma anche quella media, se non il diploma di maturità, quando non la laurea, e  in tempi assai più vicini, scrive “c’è lo fatta” e “stò, fà, sò sù…” e così via.

Facebook ha dato la stura ad una pletora di analfabetismo da fare inorridire, e poi vai a farti un giro nei telequiz televisivi e scopri che fior di  laureati collocano Hitler negli Anni Settanta e il Monte Bianco in Sardegna.

Ma ecco che, quasi parallela alla rivolta dei 30 mila a Torino, in provincia (anche nella nostra provincia) scoppia un fenomeno che scalda il cuore: quello delle conferenze sulla Storia che fanno puntualmente registrare il tutto esaurito e un successo da rockstar.

Negli ultimi giorni, il professor Alessandro Barbero (storico, scrittore  e divulgatore fantastico che la nostra Università ha l’orgoglio di annoverare tra i suoi docenti) ha fatto pienoni da stadio a Borgo d’Ale, Santhià e Trino presentando il suo ultimo libro sulla disfatta di Caporetto.

Si tratta di un segnale importante, per tutti noi, per la nostra civiltà, per il futuro. Evviva Barbero, e rifletta chi vuole togliere la Storia dall’esame di maturità. Perché come avrebbe detto un vero grande della letteratura (e non sto affatto scherzando), Paolo Villaggio, sarebbe “una cagata pazzesca”.

Enrico De Maria

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