Decreto Sostegni – Ascom dura: “un brodino”

Tony Bisceglia, presidente di Ascom Vercelli

Duro sfogo dei vertici di Ascom Vercelli sul decreto Sostegni. A farsi portavoce del malessere generale il presidente Tony Bisceglia e Jose Saggia di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)

«Abbiamo atteso tre mesi il provvedimento – così Bisceglia – per poi vederci servire un “brodino”. Lo diciamo da tempo: se non vogliamo che vengano cancellati interi comparti bisogna fare molto di più. Anche il Presidente del Consiglio l’ha riconosciuto. Ma il tempo per intervenire per tantissime imprese è praticamente finito, quindi non vogliamo annunci ma fatti concreti»

Gli fa eco Jose Saggia: «Per i pubblici esercizi le poche risorse che arriveranno serviranno per pagare gli acconti delle tasse prorogati al 30 aprile. Mi chiedo: come possiamo pensare di sostenere il settore in questo modo? Il comparto dei pubblici esercizi necessità risorse per poter ripartire, per gli approvvigionamenti e per mantenere la forza lavoro. Diversamente dovremo ritenere di essere stati abbandonati dai nostri Governanti».

Per Ascom occorre rafforzare decisamente, entro e oltre il perimetro del decreto, le risorse dedicate ai ristori che verranno riconosciuti ad imprese e partite IVA a fronte delle perdite di fatturato medio mensile registrate nel 2020 rispetto al 2019.

Il provvedimento assunto dal Consiglio dei Ministri stanzia infatti per tali interventi circa 11 miliardi sui 32 complessivi mobilitati dal decreto. Ma la platea degli interessati è nell’ordine dei 3 milioni di soggetti (tenendo conto dei filtri di accesso agli indennizzi costituiti da un ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi inferiore nel 2020 di almeno il 30% rispetto al 2019, e dal tetto di 10 milioni di euro per i ricavi o compensi) e le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro. Servono, dunque, ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi. Stesse considerazioni per le misure dedicate a turismo, montagna e cultura.

Restano poi urgentissimi gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese. Bene le proroghe della Cassa Covid (ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al 1 aprile) e delle deroghe per i contratti a termine sino alla fine dell’anno, nonché l’ulteriore finanziamento del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti istituito in Legge di Bilancio.

Per quanto riguarda le cartelle esattoriali: cancellazione di quelle dal 2000 al 2010 fino a 5.000 euro per i soggetti con reddito 2019 fino a 30.000 euro. Ascom resta in attesa della riforma della riscossione.

«Lamentarsi non fa parte del modo di essere delle nostre imprese – conclude Bisceglia – parliamo di persone, famiglie e collaboratori votati al fare. Ma l’impossibilità di lavorare ha portato a situazioni per tanti settori veramente drammatiche: per evitare che in molti a breve gettino la spugna, abbiamo bisogno di un sostegno forte ed immediato dallo Stato, oltre che di una prospettiva per la ripresa».

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1 commento

  1. Il piccolo commercio con l’artigianato sono la vittima predestinata del grand reset … il “brodino” non è lo stesso che ci dava la mamma per riprenderci da un piccolo malanno di stagione .. ma lo specchietto per le allodole ad uso di chi ci vuol credere. Purtroppo le associazioni di categoria fondate sullo spirito di sacrificio, sul proprio lavoro e .. anche si privilegi durati molti decenni, sono per costituzione affatto “rivoluzionarie”, non pronte ad interpretare i cambiamenti in corso. Pensare che un’economia distrutta da un anno di allegramente pandemica gestione governativa della “crisi” possa distribuire a palate il reddito che non c’è e .. quasi esclusivamente a “nostro favore” è un po’ troppo ingenuo. Pagheranno i disoccupati con i propri redditi milionari?

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