Crisi Microport di Saluggia con 28 esuberi: il 14 marzo convocato il tavolo in Regione

Il palazzo della presidenza della Regione in piazza Castello a Torino

La rabbia dei lavoratori per i 28 esuberi nella crisi della Microport di Saluggia ha portato a una manifestazione di protesta nel polo industriale di Saluggia dove i lavoratori hanno organizzato un presidio con il blocco della provinciale che collega Saluggia a Crescentino. Nel pomeriggio l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, ha fatto sapere di aver convocato il tavolo regionale per affrontare la questione il 14 marzo: “l’obiettivo è scongiurare gli annunciati 28 licenziamenti e salvaguardare il patrimonio di professionalità sul territorio acquisito negli anni nel comprensorio biomedicale vercellese”.
“Ogni crisi aziendale ci preoccupa fortemente per le ripercussioni sul piano economico locale ed evidentemente anche per il rischio occupazionale che ne consegue – ha detto Chiorino -. Siamo consapevoli delle grandi difficoltà che in questo momento vivono i dipendenti della Microport insieme alle loro famiglie: come Regione siamo in prima linea per garantire il massimo impegno e sostegno ai lavoratori per trovare la migliore soluzione possibile che passi attraverso dialogo tra le parti, per evitare di mettere in pericolo anche solo un posto di lavoro. Per questo motivo, non appena abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale del mancato accordo, abbiamo provveduto immediatamente a convocare un tavolo di procedura per il prossimo 14 marzo in Assessorato”.
“Dobbiamo evitare con ogni strumento a nostra disposizione di impoverire un territorio già piegato dalla pandemia e dalla crisi economica: dietro a ogni licenziamento c’è una famiglia, madri e padri che non possono essere lasciati soli dalle Istituzioni – commenta il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, presidente della I Commissione in Consiglio Regionale – voglio ringraziare l’assessore Chiorino che si è immediatamente attivata per la convocazione delle parti in Regione: l’auspicio è che si possano creare le condizioni, com’è stato per Livanova nel 2019, lavorando in sinergia tra territorio e Istituzioni sia per un rilancio della società e del comprensorio, sia per una ricollocazione degli esuberi a partire proprio dal polo biomedicale, qualora non si riesca a convincere l’azienda a garantire l’occupazione di tutti”.

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1 commento

  1. Tutti sanno, se non accade l’inimmaginabile d’ora in poi assisteremo ad una lunga stagione di licenziamenti, chiusure di micro attività (senza sostituzione) ci sarà sempre meno lavoro per gli italiani ed i profughi.

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