Finalmente, dopo 9 anni, Marco Quaglia ha potuto raccontare la sua verità davanti a un giudice

 

Dopo nove anni di sofferenze e di gogna mediatica, ieri Marco Quaglia ha potuto parlare di fronte ad un magistrato giudicante. E’ successo ieri mattina nell’udienza davanti al Gup (Giudice dell’udienza preliminare) di Cagliari, Michele Contini.

Di solito accusatori e imputati non parlano nelle udienze preliminari, demandando tutto ai loro avvocati, ma Quaglia, che aveva voluto assolutamente essere presente, ha chiesto al suo avvocato, Matteo Pinna, di Cagliari di appellarsi al Gup per poter prendere la parola e il dottor Contini gliel’ha concesso.

E visto che, in premessa, il giudice aveva detto di essersi studiato a fondo il “caso”, chiedendo agli avvocati di non dilungarsi troppo, Quaglia ha fatto un resoconto sobrio, ma significativo della ben nota vicenda che lo vede coinvolto esattamente da nove anni (febbraio del 2012).

L’imprenditore vercellese ha soprattutto tenuto a ribattere alle accuse di aver utilizzato Facebook, soprattutto in questi ultimi mesi (dopo il drammatico tentativo di suicidio del novembre 2019), per raccontare la sua versione dei fatti. “Non ho fatto niente né di male né di illegale – ha detto – prova ne sia che Facebook, che applica norme rigidissime sui contenuti ritenuti offensivi o minacciosi, non mi ha mai bloccato una sola volta”.

Quindi, una rapida disamina di tutta la sua vicenda, da cui finalmente spera di uscire adesso definitivamente, avendo incassato la terza richiesta di archiviazione. L’ultima l’ha firmata il 18 dicembre del 2019 il pm cagliaritano Gilberto Ganassi. E ieri Quaglia era in aula proprio perché la sua principale accusatrice, Silvia Cantoro (pure presente all’udienza preliminare), si è opposta a questa richiesta di archiviazione che riguarda anche l’ex marito, l’ex portiere Matteo Sereni, e l’ex cognato.

Tornato nella tarda serata di ieri a Vercelli, Quaglia si è detto sereno e fiducioso. Il Gup si è preso un mese di tempo per decidere.

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