Corruzione e turbativa d’asta, Secondo sospeso per sei mesi da Presidente della Punto Service

Una pesante sanzione che lo sospende per sei mesi dall’incarico societario di presidente della sua Cooperativa di Servizi ha colpito Massimo Secondo, presidente della Punto Service, indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta sulle gare d’appalto per la gestione di alcune case di riposo in Piemonte e in altre regioni del Nord Italia. La decisione è stata presa dal gip del Tribunale di Vercelli.

Massimo Secondo

Con Secondo (che è anche presidente della Pro Vercelli), destinatari di analoghe misure cautelari, con l’interdizione dall’esercizio delle funzioni pubbliche per sei mesi, ci sono Giovanni Maria Ghé e Gianpaolo Paravidino, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e direttore dell’Ipab Borsalino di Alessandria, e Paolo Barbano, direttore della casa di riposo di Casale Monferrato.

Nell’inchiesta, però, sono coinvolte, complessivamente, 35 persone tra cui funzionari ed ex dirigenti della Punto Service, e i vertici di Ipab nelle quali la società vercellese si è aggiudicata appalti di gestione.

 

L’INCHIESTA

L’inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Vercelli su delega della Procura della Repubblica, coordinata dai sostituti procuratori Davide Pretti e Francesco Alvino ed è partita da un vicenda che, a dicembre 2015, portò all’arresto del presidente del Consiglio comunale di Casale, Davide Sandalo, al culmine di una indagine legata all’appalto per i servizi scolastici nel comune monferrino.

L’operato di Sandalo fu scoperto grazie all’allora consigliere comunale borgosesiano, e oggi onorevole della Lega e sindaco, Paolo Tiramani, che al tempo lavorava nell’ambito sanitario in una azienda – la Eurotrend – borgosesiana. Tiramani non solo denunciò il fatto all’autorità giudiziaria, ossia il tentativo di corruzione, ma si rese disponibile anche a fare da esca, in accordo con la Procura, per combinare un incontro in cui si fece consegnare una tangente da 5 mila euro che portò al primo arresto in flagranza. Da ciò proseguì l’inchiesta che portò fino a Sandalo (leggi qui un articolo di Repubblica del 2015 sull’argomento).

Dopo più due anni e un lungo lavoro di intercettazioni ambientali, si è arrivati ora alle battute finali dell’indagine. A spiegare come si siano sviluppate le indagini il Procuratore Pier Luigi Pianta, il sostituto Davide Pretti, il colonnello Mario Palumbo, comandante provinciale della Guardia di Finanza, e il colonnello Alessandro De Luca, comandante del nucleo di Polizia Tributaria.

 

L’inchiesta era partita dall’analisi del cellulare di Sandalo: tra i suoi contatti era emerso uno stretto legame con l’allora amministratore delegato della Punto Service, Franco Deambrogio (che poi ha lasciato l’incarico dopo le perquisizioni del 2016 ma che resta tra gli indagati). Uno scambio di messaggi tra i due, in relazione a una gara d’appalto, ha dato il via a questo nuovo filone. Che, inizialmente si è concentrato sul rinnovo dell’appalto di gestione dell’Ipab Borsalino di Alessandria.

Da quanto emerso dalle intercettazioni ambientali gli indagati avrebbero pilotato la gara, redigendo un bando tagliato sulle caratteristiche strutturali della società vercellese. In questo modo, alla ditta “privilegiata” andava un punteggio nel “capitolato tecnico-qualitativo” talmente elevato da non consentire di essere colmato dagli altri partecipanti con un’eventuale offerta economicamente più vantaggiosa. Un meccanismo, che Finanza e Procura hanno documentato in particolare per l’appalto relativo all’Ipab Borsalino di Alessandria, ma che sarebbe stato replicato in numerosi altri appalti: ad Albissola, Lessona, Montiglio Monferrato e anche nella gara per i servizio ausiliari dei nidi di Casale. Quattordici gli appalti passati al setaccio, per un valore complessivo di 50 milioni di euro.

 

SCAMBI DI FAVORI

A fronte di queste aggiudicazioni, la cooperativa vercellese avrebbe elargito una serie di favori personali e regalie di tipo economico, e si sarebbe fatta anche carico dell’assunzione di persone “gradite” ai responsabili di alcuni degli enti coinvolti (accuse documentate nel caso dell’Ipab di Alessandria e di un appalto per la casa di riposo di Albissola in seguito al quale la Punto Service assunse l’ex direttrice della struttura).

 

I COINVOLTI

Le persone coinvolte nell’intera indagine sono 35: nei confronti dei quattro principali indagati la Procura aveva chiesto misure cautelari più pesanti e per questo, venerdì, ha presentato due ricorsi, uno al Tribunale del riesame di Torino e uno al Tribunale di Vercelli.

Un’inchiesta che, in futuro, verrà spezzattata in vari tronconi: la Procura di Vercelli, infatti, potrà procedere per la corruzione, “mentre per i reati di turbativa d’asta – ha spiegato il sostituto Pretti – in base a quello che prevede la normativa gli atti dovranno essere trasmessi alle Procure competenti per territorio, in base ai comuni sede delle case di riposo”. Tra queste Alessandria, Savona e Biella.

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