Vercelli – Anche oggi Carlo Olmo ha supplito alle carenze di chi di dovere, rifornendo di ulteriore materiale DPI (i dispositivi di protezione individuale) i medici di famiglia (che avevano già ottenuto le agognate e indispensabili mascherine) e il personale della Casa di riposo di Vercelli: i medici di famiglia hanno avuto guanti blu di nitrile, occhiali con visiera e liquido igienizzante per le mani. Guanti di nitrile e gel igienizzante per le mani anche per gli operatori della Casa di riposo. Olmo ha pure prenotato una sessantina di ossimetr, apparecchiature indispensabili da fornire ai malati di Coronavirus, che non necessitano di ricovero oppure che sono stati dimessi dall’ospedale per verificare l’ossigenazione del sangue: un modo di monitorare a distanza prezioso e indispensabile.
Questa è la la notizia positiva. Ma ce n’è una negativa: le diecimila mascherine per l’ospedale di Vercelli attese da Pengzhou, non sono ancora arrivate. Olmo non perde la calma: “Stiamo monitorando passo passo la situazione. Farò di tutto perché arrivino presto a Vercelli”.
E poi c’è il problema del super cargo da 22 mila mascherine, queste interamente pagate da Olmo, che dovrebbe arrivare (purtroppo il condizionale è d’obbligo) domenica a Malpensa. Dice Olmo: “Queste le ho pagate io, sono mie e devono arrivare a Milano. Mi sto muovendo per seguire i voli. In ogni caso, sono già in azione per trovare questo materiale in Italia: il Sant’Andrea deve essere rifornito più in fretta possibile”.
E poi, Vercelli a parte, è di poche ore fa una preoccupatissima lettera urgente che il governatore Cirio, l’intera giunta regionale e il commissari straordinario per l’emergenza Coronavirus Vincenzo Coccolo hanno inviato a Conte e ai commissari straordinari per il Coronavirus Borrelli e Arcuri.
Nella lettera, una sorta di vero e proprio sos, Cirio scrive che, in base alle proiezioni, in meno di tre giorni i contagi in Piemonte raddoppieranno, avvicinandosi al livello di saturazione della rete di terapia intensiva regionale, che, pur raddoppiata, si avvia all’esaurimento. “Le attrezzature e il materiale medico non arrivano, il personale ospedaliero è stremato, malgrado i rinforzi”. Quindi un passaggio molto preoccupato: “Abbiamo bisogno di aiuto, materiale, uomini. I nostri approvvigionamenti sono bloccati alle frontiere…Nel distribuire gli aiuti, Roma deve tener conto delle proiezioni regionali di sviluppo del contagio: per questo noi chiediamo di aprire per il Piemonte una via di priorità d’urgenza”.
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