Chiamparino e Saitta: “Falso che Regina Margherita e Sant’Anna vengano chiusi”

Falsità e strumentalizzazioni. Sono le parole usate dal Presidente della Regione Sergio Chiamparino e dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta, nei confronti dell’iniziativa lanciata dal consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano che in settimana aveva lanciato un allarme sul possibile ridimensionamento dell’ospedale infantile di Torino, il Regina Margherita e del collegato Sant’Anna (leggi qui).

Nel progetto di trasloco delle strutture che vedrà queste unità migrare nella nuova Città della Salute, per Tronzano, il pericolo sarebbe stato di un drastico tagli dei posti letto (da 270 a 90), con un conseguente ridimensionamento di questo polo di eccellenza non solo Piemontese.

Per “bloccare” questo progetto, Tronzano ha anche lanciato una petizione sul sito change.org, che in poco più di tre giorni ha superato le 64mila adesioni.

Oggi, in una conferenza stampa convocata appositamente, il presidente della Regione, Chiamparino, e l’assessore Saitta, hanno voluto fatto il punto sul progetto del Parco della Salute di Torino. E non hanno lesinato gli attacchi, tentando di ridurre la questione a un mero attacco da campagna elettorale.

“È falso che intendiamo chiudere il Regina Margherita e il Sant’Anna per fare al posto loro degli alloggi. È falso che nel Parco della Salute il ‘brand’ Regina Margherita verrà sacrificato, semmai sarà valorizzato È falso che nel nuovo ospedale metteremo i bambini accanto agli adulti e agli anziani. È falso che tagliamo posti letto per fare cassa sui bambini. È invece vergognoso usare i bambini e le legittime preoccupazioni delle famiglie per fare campagna elettorale” ha attaccato Chiamparino.

“Il nostro obiettivo – ha precisato Chiamparino – è costruire un nuovo ospedale per le alte complessità, cioè gli interventi e le malattie più complicate, con al centro l’innovazione, l’alta tecnologia e la formazione di grande qualità del personale. Si tratta della sfida più grande che la comunità lancia alla regione e al Paese per i prossimi decenni, una sfida che vuole realizzare un Parco della Salute alla pari delle migliori strutture internazionali che si occupano di cura, ricerca e innovazione sulla salute, in grado di fornire le migliori cure possibili e insieme attrarre investimenti e nuove energie”.

“Nel nuovo ospedale i posti letto non saranno la somma dei posti letto degli ospedali che vi confluiranno, altrimenti l’intera operazione non avrebbe senso – ha aggiunto Chiamparino – Ma se teniamo conto dei posti letto presenti negli altri ospedali dell’area torinese, incluso quello dell’Asl TO5 di prossima realizzazione, la somma di tutti i posti letto sarà probabilmente superiore al numero attuale. Sollevare quindi un polverone intorno a un progetto che necessità di una forte presenza dei privati nei finanziamenti vuole dire mettere in forse la sua realizzazione, anche perché un clima di incertezza non invoglierebbe certo gli investitori, e questa sarebbe una sconfitta per la città e la Regione. Per questo lancio un appello: è necessario un segnale forte, di fiducia, da parte della città e della stessa comunità scientifica che invito a pronunciarsi a sostegno dell’opera”.

“La mia impressione – ha invece sottolineato l’assessore Saitta – è che si sia tornati a discutere di questo tema proprio in questi giorni solo perché siamo alla vigilia della gara per la realizzazione dell’opera, nonostante gli atti della Giunta regionale risalgano ad inizio mandato. Queste reazioni arrivano da chi in questi anni è stato sconfitto e non ha non ha più nulla da dire sulla sanità piemontese. Una sanità che in quattro anni e mezzo è passata dal commissariamento di fatto a essere la prima in Italia secondo il Ministero della Salute”.

“A Torino – ha continuato Saitta – ci sono eccellenze e grandi professionisti che però non possono più lavorare in ospedali vetusti, per cui spendiamo circa 50 milioni di euro l’anno di manutenzione e costi di gestione, risorse che invece potrebbero essere usate per la cura dei pazienti. Occorrono strutture moderne e all’avanguardia, anche per attrarre nuove competenze. Il Parco della Salute ospiterà eccellenze e alte complessità, ma integrando e mantenendo tutte le specificità oggi presenti. Ci sarà un pronto soccorso pediatrico, ad esempio. Allo stesso tempo il Cto sarà ristrutturato e continuerà a essere utilizzato per le esigenze del sistema sanitario e le sedi degli altri ospedali non saranno assolutamente vendute ma verranno utilizzate prevalentemente per attività sanitarie”.

“In questi anni – ha concluso l’assessore – lavorando con l’Università e con il Comune di Torino e coinvolgendo esperti a livello nazionale abbiamo così predisposto uno studio di fattibilità in vista del progetto, che si adatterà a ogni esigenza e necessità di carattere sanitario. La nostra intenzione è quella di tenere conto delle indicazioni e delle scelte degli esperti, e non di far tornare la vecchia politica attraverso l’invasione dei partiti. Il dialogo competitivo con le aziende interessate al progetto verrà infatti condotto da una commissione di professionisti della stessa Città della Salute, che si occuperà di tutti i temi di carattere clinico”.

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