Oggi, lunedì 27 gennaio, come ogni anno si è celebrato in tutto il mondo il Giorno della Memoria.
In questo stesso giorno, 75 anni fa, le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, la più feroce macchina della morte nazista, mettendo la parola fine al genocidio degli ebrei e alla follia nazista di privare della libertà e sterminare 6 milioni di uomini solo perché ritenuti inferiori. In questo giorno, negli anni a venire, in tutto il mondo si dedica la giornata al ricordo degli orrori e dalle sofferenze patite dalle comunità ebraiche e da tutte le persone che, a vario titolo, furono imprigionate dai nazisti nei campi di concentramento, terrificanti luoghi di prigionia e morte, da cui la maggior parte delle persone non fece mai ritorno, uccisi da odio cieco, soprusi, stenti, privazioni e malattie.
Questa mattina, nel Teatro Civico di Vercelli gremito di folla, la maggior parte studenti, anche la nostra città che da tempo immemore ospita, anche se attualmente ridotta nel numero rispetto al passato, una delle comunità ebraiche più numerosa e importante sul territorio nazionale. Molto profondi ed apprezzati gli interventi delle autorità civili e militari cittadine, il Sindaco Andrea Corsaro ed il Prefetto Francesco Garsia, che hanno soprattutto messo in evidenza la necessità di mantenere vigile la memoria negli adulti e in particolare di fornire ai giovani tutte le informazioni storiche e culturali fondamentali per comprendere tutta l’atrocità e il terrore che caratterizzò tristemente una delle pagine più buie dell’intera storia dell’umanità, per impedire che la tragedia del nazi-fascismo e gli orrori delle deportazioni e dell’Olocausto possano ripetersi. Purtroppo, l’odio antisemita e in generale il disprezzo e il desiderio di sopraffazione verso chi è diverso esiste ancora, è reale e costituisce un pericolo potenziale da cui bisogna guardarsi con grande attenzione.
Le persecuzioni razziali riguardarono anche i soldati italiani, rimasti senza guida e senza ordini dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943; i nazisti, che li consideravano oramai nemici, ne deportarono 800.000 nei campi come “internati militari di guerra”, dove vennero posti davanti ad un bivio: unirsi alla Repubblica Sociale Italiana e Germania, entrare a far parte dei loro eserciti e tornare liberi, oppure scegliere di rimanere fedeli al Regio Esercito Italiano, cui avevano prestato giuramento. Ben 600.000 persone optarono per la seconda ipotesi, una scelta coraggiosissima e di grande valore, che costò la libertà e la vita a molti ma, con molta probabilità contribuì fortemente a dare l’ultima spallata all’ormai traballante macchina da guerra nazista. Tra di essi, uno dei tanti, c’era anche l’artista vercellese Renzo Roncarolo, conosciuto da tutti come il “Pimpi” o il Bicciolano, che di quel periodo trascorso in prigionia serbò un diario segreto. Diario da cui, gli studenti del Liceo Musicale e i ragazzi della Consulta Provinciale degli Studenti hanno tratto due bellissimi lavori di musica, poesia e grafica, presentati con successo al pubblico in sala.
I momenti più toccanti, sono poi stati quelli riservati al conferimento di due onorificenze: la prima, una Medaglia d’Onore, è stata consegnata alla memoria di Remo Cattarelli, internato militare valsesiano ora defunto (premio ritirato dal nipote) e la seconda, ad un altro internato militare valsesiano, Angelo Offredi, classe 1922, che ha ritirato di persona la targa di merito, ricordando con invidiabile lucidità alcuni aneddoti di quel periodo terribile di prigionia, tra stenti, fame, disprezzo e violenze.
Dal Teatro Civico, spostamento alla fine della mattinata, verso la sinagoga di via Foa dove, di fronte alla lapide commemorativa posizionata all’ingresso del tempio, i partecipanti hanno osservato alcuni momenti di raccoglimento e riflessione in memoria delle vittime della Shoah.
Fabio Michelone
ecco alcune immagini delle celebrazioni odierne





