Celebrato il 25 Aprile: un’ovazione per Renato Giara, l’ultimo partigiano

Renato Giara salutato in parco Camana (foto Renato Greppi)

L’applauso al partigiano Renato Giara, cappuccinatto della 50a Garibaldina, oggi novantesettenne, è stato il momento più toccante delle celebrazioni del 25 Aprile, che si sono svolte questa mattina prima in piazza Cesare Battisti, poi in parco Camana. L’ultimo partigiano vercellese vivente (con lui è rimaso solo Luigino Malinverni, ex presidente dell’Anpi, che compirà 96 anni tra pochi giorni) si è alzato dalla prima fila, dove sedeva per assistere alle cerimonie della ricorrenza e, al termine, ha stretto centinaia di mani, prima fra tutte quella del sindaco Andrea Corsaro, che si è intrattenuto a lungo con lui.

Giara con il sindaco Corsaro

Le massime autorità civili (sindaco, prefetto Lucio Parente, presidente della Provincia Eraldo Botta), militari e religiose, i rappresentanti dell’Anpi e delle associazioni combattentistiche si sono prima recate al Monumento di Caduti di piazza Battisti e poi a quello della Resistenza nel parco per deporre le corone d’alloro. Poi, in parco Camana è incominciata la cerimonia ufficiale per il 77° anno di ricorrenza della Liberazione , aperta – dopo il saluto di Sandra Ranghino, a nome dell’Anpi – da una una Messa per i Caduti officiata dal vicario generale dell’arcidiocesi monsignor Mario Allolio.

Monsignor Allolio durante la Messa

 Nell’omelia, monsignor Allolio ha detto, tra l’altro, che chi ha combattuto per la Libertà “erano militari e civili coraggiosi, che sentivano il dovere di difendere i principi della Libertà, della democrazia, della tolleranza, del rispetto dei popoli”. E non ha dimenticato di ricordare  l’Ucraina, “vittima di un’aggressione armata brutale e lacerante”. “Per questo  – ha detto – la memoria del sacrificio delle generazioni che ci hanno preceduto deve essere testimonianza in quest’ora tanto oscura, quando le certezze che tutti noi davamo per acquisite si stanno trasformando in illusioni”.

Le associazioni combattentistiche verso piazza Battisti in corteo (foto Greppi)

Il sindaco Corsaro, prendendo spunto dai racconti che gli facevano i suoi genitori sulla guerra e sul giorno della Liberazione, ha sottolineato come sia per tutti gli italiani “un grande e straordinario privilegio poter vivere nel Paese democratico che ci è stato consegnato dalla Resistenza”, e che quindi la memoria di quella lotta “non vuole certo mantenere vive le divisioni: il 25 Aprile è il giorno in cui occorre prendere coscienza di quei valori perché è purtroppo vero che il Male può prevalere quando il Bene tace”.

E il presidente della Provincia Eraldo Botta, che è anche sindaco del Comune di Varallo, decorato di medaglia d’oro al valor militare proprio per il contributo dato alla lotta di Liberazione, ha aggiunto che “i valori della Resistenza restano immutati anche sopra ogni tentativo di denigrazione e di rimozione”. Quindi, ha citato Pertini che aveva detto: “Dietro ad ogni articolo della nostra Carta costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza”.

Il presidente dell’Anpi Giacomo Ferrari

Il prefetto Parente ha chiuso la serie di interventi prima dell’orazione ufficiale, ricordando che “la nostra Repubblica nacque da una Resistenza non solo militare, ma anche morale e civile” e ha concluso il suo intervento con un “pensiero di vicinanza” al popolo ucraino.

E’ seguita orazione ufficiale a cura del presidente dell’Anpi e docente universitario Giacomo Ferrari. Il professor Ferrari definendo il 25 Aprile “giornata fondamentale nella storia della nostra Repubblica” ha dichiarato, in premessa, che il pensiero di tutti coloro che oggi festeggiano la Liberazione di 77 anni fa deve andare in primo luogo non solo ai caduti per la Resistenza, ma anche a coloro che furono perseguitati dal fascismo “prima della lotta armata”. Ha quindi aggiunto che la memoria di quegli ideali deve essere, oggi, più chiara che mai, in quanto esiste una pericolosa deriva di revisione storica che tende ad equiparare i militanti dell’una e dell’altra parte.

“Occorre ricordare – ha detto Ferrari – che il nazifascismo difendeva una società di gregge in cui prevalevano idee come quelle della difesa della razza. E queste  cose bisogna assolutamente ricordarle, soprattutto adesso”. Quindi la difesa del ruolo della lotta partigiana contro i tentativi revisionistici di minimizzarne il contributo: “Chi cerca di minimizzarne la portata, sostenendo che l’Italia fu soprattutto liberata dagli Alleati, ricordi che la lotta partigiana ha ridato dignità al popolo italiano. E a chi pone la domanda “a che cosa serve l’Anpi, oggi?”, Ferrari ha risposto che l’Anpi è la custode di quei valori e che è assolutamente indispensabile preservarli perché alcuni segnali incominciano ad essere davvero preoccupanti: a questo proposito ha citato l’aggressione alla Cgil romana,  che gli ha ricordato quelle messe in atto a partire dal 1921, e la recente mostra sulla marcia su Roma aperta sabato scorso a Predappio.

La prolusione del professor Ferrari in parco Camana

Ferrari ha quindi rivendicato, e con forza, il valore della politica: “La politica – ha detto – siamo noi. Perché la porta al fascismo fu aperta da coloro che preferivano ‘restare fuori’ , lasciando l’impegno politico ai manganelli del fascismo. So che la politica è faticosa e che, a volte, non vedendo subito i risultati, si resta frustrati, ma noi dobbiamo impedire che arrivi, prima o poi, qualcuno che venga a dirci ‘come’ dobbiamo comportarci. Non esiste un’azione di successo che non sia sostenuta da un pensiero importante. Ecco perché è assolutamente necessario avviare gruppi di discussione su tutti i temi cruciali che sono già attuali e che si riproporranno dopo la conclusione della guerra in Ucraina come le crisi energetica, economica e climatica. Resistere oggi significa aprire questi spazi di discussione e rilanciare il vero significato delle parole Democrazia e Libertà”.

Tra pochi minuti, come ha ricordato Sandra Ranghino, congedando i presenti in parco Camana, il 25 Aprile verrà celebrato anche al rione Cappuccini.

EDM

 

 

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10 Commenti

  1. Di quale Libertà potrà godere uno Stato con 140 basi Nato? (SEMPRE sotto comando USA, da “convenzione”). Oggi, persino Vauro s’è accorto che Mattarella non garantisce la Costituzione. Manca solo l’Anpi, se non con timidi distinguo (sull’Ucraina) e rettifiche di rito, immediate.

  2. Ha ragione Corsaro quando dice che “Il Male può prevalere quando il Bene tace”
    Regola sempre verificata! Si tratta di riconoscere dove stia l’uno e dove l’altro. A me pare che si stiano commettendo errori di valutazione (i massimi possibile). Speriamo che almeno il Sindaco non compia nessuno di quegli autogol… “sviste” di 180 gradi.

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