Simona Rocca sta meglio: ‘’Dovevano intervenire prima’’

Foto di Fb di Simona Rocca

“Sono arrabbiata con il sistema. Dopo le segnalazioni avrebbero dovuto prendere provvedimenti più in fretta’’. Le prime parole di Simona Rocca, la commessa vercellese bruciata nell’auto dal suo stalker, Mario D’Uonno, sono di rabbia.

Nella sua stanza del Cto di Torino dove è ricoverata da inizio febbraio la 40enne continua a domandarsi il motivo per cui nessuno sia intervenuto prima. Perchè le sue denunce siano rimaste inascoltate.

Le sue prime parole le ha affidate all’amico Carlo che, nei giorni scorsi è andata a trovarla. «Lunedì ha subìto l’ultimo intervento alla schiena. È cosciente anche se costretta ad assumere antidolorifici. Il braccio sinistro, che aveva le ustioni più gravi, è in via di guarigione. Sul viso rimangono segni leggeri dell’incidente» ha raccontato.

Per la prima volta nei giorni scorsi, dopo quasi un mese e mezzo, ha potuto riabbracciare i suoi due figli. Potrà farlo di nuovo la prossima settimana. Al suo fianco, senza lasciarla mai sola, il marito. Dal giorno dell’aggressione è rimasto con lei. L’ha assistita, aiutata. Confortata. Per Simona la strada della guarigione sarà lunga e difficile. Dovranno essere curate non solo le ferite fisiche ma anche quelle psicologiche. “Ma Simo è una donna forte – ripetono le amiche che la conoscono-. Speriamo di poterla riabbracciare presto”.

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