Da Bislakko pronto il Panettone al Bicciolano, e si studia il “Viottino”

La prima presentazione pubblica del Panettone al Bicciolano

 

Vercelli – L’idea venne a papà Jose, quasi casualmente, entrando in una specie di panetteria di Chicago, per ripararsi dal maltempo durante un viaggio d’affari in Usa, nel 2009, a caccia di idee. L’abbiamo definita “panetteria”, ma in realtà era assai molto di più. “Perché lì – come ricorda Jose Saggia, ristoratore affermato nonché figlio e ora anche padre d’arte – potevi sederti, prendere il caffè, leggere il giornale e soprattutto mangiare dolci, ma di altissima qualità”.

Saggia tornò a Vercelli, dove il ristorante Garibaldi, ai Cappuccini, era già comunque rinomato e decise di aggiungervi un tocco in più, all’insegna del dolce buono e raffinato, della pasticceria diciamo così d’autore. 

C’era un problema: mamma Luciana, papà Renzo e lui stesso erano eccellenti ristoratori, occorreva trovare un grande pasticcere. Jose non ci pensò un attimo: uno dei suoi due figli, Simone, già allievo-modello dell’Alberghiero di Gattinara, si sarebbe dovuto specializzare anche nella creazione di dolci soprattutto al cioccolato, ma di qualità eccelsa. Facile a dirsi, ma anche stavolta Jose ci aveva visto giusto. Perché, Simone, il predestinato (ma non crediate che il ruolo studiato da Jose anche per Emanuele, l’altro figlio, sia secondario: in sala è un vero campione), incominciò a frequentare la Boscolo Etoile Academy, la scuola di Arte Culinaria superiore di Tuscania, in provincia di Viterbo, e a specializzarsi in cioccolateria e pasticceria.

Così,  direte voi, i Saggia hanno continuato a svolgere la normale e già apprezzata attività dei ristoratori al rinnovato Garibaldi, reinaugurato nel 1979 sulle tracce della storica trattoria aderente alla  Sogeri (Società Gestori Ristoranti) in attesa che Simone maturasse nell’arte della pasticceria. E come al solito vi sbagliereste perché Simone, nel momento stesso in cui imparava a produrre dolci di qualità, li sperimentava direttamente sul campo, vale a dire al Garibaldi. Un po’ come uno che imparasse a pilotare una Ferrari e, contestualmente, facesse pratica nei Gran Premi di Formula 1.

La scommessa è però stata vinta perché il ristorante Garibaldi (accanto al quale Jose aveva intanto realizzato un piccolo ma delizioso hotel a quattro stelle  munito di tutti i comfort possibili) ha cambiato nome ed è diventato “Bislakko Cioccoristoreria”. Ciò significa che i clienti tradizionali, ma anche i nuovi che, a poco a poco, esso conquista possono terminare pranzo e cena, e, accompagnati da Emanuele, andare nel settore in cui regna Simone, scegliere il dolce preferito in vetrina e vederselo preparare sul momento, a regola d’arte.

In breve, nel 2016, Simone ha poi aperto all’interno del ristorante di famiglia, con Paola e Alessia, un “Bislakko Lab” e l’ultima creatura è stata, in tempi più recenti, il “Bislakko Cafè & Pastry” di piazza Risorgimento, forse la “cosa” più vicina a quella che Jose Gaggia scoprì quel giorno a Chicago, andando a ripararsi dal freddo.

Il successo di tutte queste iniziative è stato celebrato pochi giorni fa, con i festeggiamenti per il quarantennale delle varie attività, che ha visto all’opera, con Jose, Simone, Emanuele e tutta la squadra di “Bislakko” anche un amico di Simone, Alberto Quadrio, che è “chef de partie”, capo cuoco nel settore delle carni in uno dei templi dell’alta cucina: “Alain Ducasse” di Parigi.

Nell’occasione, Simone e Alberto hanno presentato in anteprima una delle tre nuove specialità di cui, a breve, si arricchirà il “Bislakko”, ovvero il Panettone al Bicciolano, creato per ricordare i sapori del biscotto eponimo di Vercelli. Le altre due, che Simone sta studiando coscienziosamente, il Panettone  dai tre impasti e il Panettone di Natale. Tutti del peso di 750 grammi sperimentati direttamente sui clienti (con assaggi opportuni), assieme alle altre innovazioni come il Pan Bislakko, una sorta di Pan Dolce mutuato dalla grande tradizione ligure, ma con variazioni tutte vercellesi.

E poi, naturalmente, Simone (che ha già realizzato un cioccolatino dedicato alla Pro Vercelli – Jose è il vice presidente delle bianche casacche)  sta lavorando sul “Viottino”, il dolce che gli amici della Camerata Ducale gli hanno suggerito in onore della più grande gloria musicale della storia vercellese. Ma qui il riserbo è totale: neppure 007 riuscirebbe a far trapelare prima del dovuto la formula del dolce che conquisterà i cuori e i palati di chi ama la musica classica, e anche di chi non la capisce.

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1 commento

  1. Dunque non potremo dirci “BIcciolani” senza esser prima passati da BIslakko2 ?!! .. a dire il vero, presentandoci come “bicciolani” si pensa a qualcosa di arcaico, tradizionale, antico, non una “novità assoluta”, sia pur “travolgente”. L’iniziativa, già di per se lodevole, costringerà -spero- le antiche pasticcerie a tornare .. all’antico e, soprattutto, fra le varie spezie, a mettere più chiodi di garofano nei bicciolani. Che, senza di quelle neppure il biscotto può ritenersi tale. La modifica fu introdotta da qualcuno e poi seguita da TUTTI, per soddisfare la domanda del “mercato di massa”, che esclude le “eccellenze”-termine da usare almeno una volta quando si parla di italianità- c.d. di nicchia .. frequentate da coloro che “capiscono” i dolci, come la musica classica … e anch’io fingo di far parte di tale élite ..
    .. in ogni caso, meglio verificare! .. e provare tutto, ma proprio TUTTO! .. metterò all’asta qualche bene e ci andrò di corsa, prima di Natale (appena dopo aver sorseggiato un ottimo caffè .. nelle vicinanze).

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