”Grazie, Vercelli, che ti sei fatta conquistare e travolgere dal Bene”

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Sono passate 48 ore dalla meravigliosa mattinata che ho trascorso domenica 29 settembre 2019 e quando riguardo le foto e i video sono ancora incredula di quello che è successo … E’ strano pensare che tutti voi eravate li perché avete accolto il nostro invito, fa effetto pensare che se noi non avessimo organizzato questa camminata benefica, la piazza, quella bellissima piazza, sarebbe stata vuota. Strano ma tremendamente bello, talmente bello che non riesco a smettere di pensarci, che non voglio smettere, e riguardo video e foto perché voglio tenere tutto ben impresso nella mia memoria, non voglio che si sbiadisca nemmeno un ricordo. Io l’ho vissuta da dietro le quinte, tante cose mi sono sicuramente persa, perché troppo coinvolta e impegnata a far si che tutto andasse per il meglio … quanto mi piacerebbe parlare con voi e ascoltare i vostri racconti, vedere tutto con i vostri occhi.

La marea di partecipanti alla marcia sfila lungo corso Italiana

Io mi ricordo tanta agitazione, poi tanta confusione, tante persone che mi chiamavano, mi chiedevano, e il momento forse più emozionante è quando ho tagliato il “nastro”, fatto da palloncini, volutamente tricolore, sentire lo scoppio per tre volte (verde, bianco, rosso) di quel bellissimo nastro, e a seguire urla, trombette, applausi, fischietti … non lo so descrivere … mi sono sentita un qualcosa dentro di molto forte, emozione pura, adrenalina, orgoglio, felicità … e poi il ritorno, il gruppo mi ha aspettato perché ero rimasta indietro per cercare di compattare tutta la scia, gli ultimi metri fatti applaudendo e sentendo applausi e poi una piccola marcia in più verso l’arrivo … ero arrivata, avevo raggiunto il mio scopo, il mio sogno si era realizzato.

Capisco che per molti può essere un semplice evento, una semplice camminata, per molti non ci vuole nulla a farlo, per me è molto di più, ha un significato personale che va oltre a tante cose.

E poi noi siamo volontari, non è il nostro lavoro, quindi questi mesi sono stati pieni, perché si doveva fare tutto senza intralciare il lavoro quotidiano di nessuno, quello che ti permette di portare a casa la pagnotta, e quindi tutto molto più difficile.

Sono stati tre mesi pieni, l’ultima settimana indescrivibile, stancante, ma quanta soddisfazione … tutta la fatica è stata ripagata grazie a voi, alla vostra partecipazione, al vostro entusiasmo … ancora grazie, per sempre grazie.

Ci siamo ritrovati a riempire tutti i sacchetti, a farci tutto il percorso, una volta per mettere le locandine del grazie, un’altra per mettere i palloncini rigorosamente rossi come il nostro prezioso naso … faticoso ma quanto era bello il percorso addobbato, la nostra città addobbata.

Io amo la mia città, e domenica ho avuto la conferma che la mia città c’è, esiste, e risponde sempre alle grida di solidarietà, bisogna solo stimolarla e ci deve essere qualcuno che abbia voglia di farlo. Mi piacerebbe fare molto per la mia città, per renderla ancora più bella e colorata, proprio come lo era domenica.

Se ora, a 42 anni, mi chiedessero cosa vuoi fare da grande? Risponderei: IL BENE. A 18 anni non si è pronti per prendere una decisione così importante, forse non ti conosci neanche o non hai vissuto esperienze che ti portano a capire che strada devi percorrere. Ora lo saprei … fare del bene è l’unica cosa che riesce a tirare fuori la parte di Simona che tengo più nascosta, che pochi conoscono o comprendono realmente, a volte si tiene tutto dentro perché intanto gli altri non capirebbero. E in queste circostanze, con il mio naso rosso, riesco a fare ciò che voglio senza badare a nessuno. Se devo rispondere pensando in grande direi fare del bene nel mondo, andare in giro per il mondo e portare qualcosa che non si può comprare a nessun prezzo, se devo rispondere pensando in piccolo direi fare del bene nella mia città, smuoverla, smuovere le persone, portarle a conoscenza di tante realtà, portarle a toccare con mano la ricchezza che possiamo dare con un gesto, una parola. Mi piacerebbe costruire centri per anziani, disabili, per persone in difficoltà, per quelle sole, per quelle che non si possono curare, mi piacerebbe condividere umanità, rispetto, comprensione, amicizia … l’amore … Perchè è sempre così difficile mettere questa parola in quello che facciamo?

Quel 2013 non potevo fare scelta migliore che fare il corso clown … da quel momento posso provare a dare tutto ciò che avrei voluto avere io … spesso ti accorgi dell’importanza delle cose quando tu non le hai, e a me è nato il bisogno di donare agli altri quello che io non ho avuto perché se posso, nel mio piccolo, voglio evitare che l’altro possa provare quello che ho provato io in molte occasioni. Prendiamoci per mano e camminiamo insieme … se rimani indietro io ti aspetterò, se non mi troverai segui la freccia che indica Amore, e li mi ritroverai.

E non potevo fare scelta migliore lo scorso maggio quando ho deciso di buttarmi in questa scommessa, che va al di fuori di quello che facciamo regolarmente in associazione … ne è valsa la pena, la scommessa è stata vinta.

Ma ho potuto realizzare tutto questo e vincere la scommessa grazie a tante persone …

GRAZIE A

all’Associazione di cui faccio parte e ne sono onorata PAGLIACCI NEL CUORE o.d.v.;
ai miei clown, a quelle bellissime anime che si sono lasciate coinvolgere in questa proposta e che hanno messo impegno, entusiasmo e mi hanno appoggiato e sostenuto sempre. Grazie ai miei pagliacci, vi voglio bene; per me è un onore avere una squadra così, non potrei desiderare di meglio;
al Comune di Vercelli, all’Assessore Sabatino, che hanno accolto la nostra proposta e accettata concedendoci il Patrocinio;
alla Delegata C.O.N.I. Laura Musazzo che ha accettato la richiesta del nostro incontro, apprezzato la proposta e concesso il Patrocinio;
a PierPaolo Balocco, segretario provinciale Uil fpl, che ci ha sostenuto e aiutato sin dal principio, e fino alla fine;
a Marzio Dan dell’Errea, senza di lui non avremmo avuto le belle magliette ma soprattutto Piazza Cavour non sarebbe stata allestita in quel modo;
all’Ipermercato Carrefour di Vercelli, senza non avremmo potuto offrire il ristoro;
all’Associazione Folkloristica I ragazzi del Canadà, che ci hanno aiutato a offrire una buonissima panissa;
a Oryzon
Cartoleria Larizzate di Maria Toscano
Diamoci un taglio di Marina Arimatea
Pizzeria Pupetta
Geometra Patrizia Berardi
Associazione Hakuna Matata

che ci hanno sostenuto e ci hanno permesso di sostenere tutte le spese che nascono per creare un evento;

alla Claas che ci ha fornito gadget per i partecipanti con biglietto superiore al 200;
alla Chemicart che ci ha fornito il necessario per servire la panissa;
i volontari della Croce Rossa
il Comando dei Vigili Urbani
gli Scout

che hanno permesso di mantenere ordine e di assicurare sicurezza durante la camminata;

la Boutique Vellano per lo splendido lavoro delle preiscrizioni;
al giornate La Sesia che si è reso disponibile per un secondo punto di preiscrizioni;
al Centro del Volontariato, senza saremmo perse. Grazie a Emanuela Surbone per averci aiutato e sopportato;
a Federica Di Meo, la fumettista che ci ha creato gratuitamente il disegno per la locandina;
a tutti i giornali che hanno parlato del nostro evento;
a tutti i privati che con un contributo ci hanno aiutato a sostenere le spese;
alla Fondazione Ariel, in particolare al Dott. Zanin tesoriere che con la sua presenza ha rappresentato la Fondazione e ha potuto parlare della stessa;
a tutti i privati che hanno voluto donare per la Fondazione anche senza partecipare alla camminata;

ma soprattutto un enorme

GRAZIE

A VOI!

Che avete fatto diventare il nostro sogno una realtà, che avete permesso di donare € 5000,00 alla Fondazione, che avete condiviso con entusiasmo insieme a noi tutto questo, che avete reso la piazza e le vie della città un qualcosa di unico e indescrivibile, che ci avete incoraggiato, caricato e che vi siete fidati di noi. Grazie a voi che avete preso le nostre mani e avete camminato con noi.

Grazie a voi che vi siete fatti COINVOLGERE DAL BENE e anche TRAVOLGERE.

Simona Bernardini

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